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Elezioni Usa, un possibile vicepresidente cattolico?
J.D.Vance, senatore dell’Ohio, affiancherà Trump alla guida del Paese e sarà il secondo vice presidente cattolico se gli statunitensi sceglieranno il Grand Old Party (GOP) nelle urne a novembre
Un vice presidente cattolico. È questa la sorpresa che Donald Trump, candidato repubblicano alla Casa Bianca per il 2024 ha preparato nel primo giorno della convention del partito a Milwaukee. J.D.Vance, senatore dell’Ohio, affiancherà Trump alla guida del Paese e sarà il secondo vice presidente cattolico se gli statunitensi sceglieranno il Grand Old Party (GOP) nelle urne a novembre. Il primo vicepresidente è stato Joe Biden sotto i due mandati di Obama.
J.D. Vance è alla sua prima esperienza in Senato ed è il secondo più giovane senatore che siede sugli scranni di Capitol Hill. È diventato famoso nel 2016 con il suo libro di memorie, “Hillbilly Elegy”, dove documenta la sua educazione in una famiglia bianca della classe operaia degli Appalachi alle prese con povertà e tossicodipendenza. E’ stato un acerrimo critico dell’ex presidente e in vari interventi pubblici lo ha paragonato ad Hitler, lo ha definito idiota e ha detto di non essere mai stato un Trumper. In realtà durante le elezioni di Midterm, nel 2022, Vance ha cambiato idea e si è rimangiato molte delle sue affermazioni allineandosi alle posizioni dell’ex presidente e diventando uno degli esponenti di spicco del cosiddetto conservatorismo nazionale. Questa teoria, considerata la versione intellettuale del trumpismo, è impegnata nel riorientamento populista del GOP lontano dal libero mercato e da una politica estera interventista.
Il partito intende usare Vance per dimostrare che ci sono persone a cui potrebbe non essere piaciuto Trump in un certo momento della sua presidenza, ma che potrebbero essere persuase ad apprezzarlo ora. Inoltre il giovane senatore è un perfetto rappresentante di quella classe operaia abbandonata dalle élite, ma che ha saputo emergere e affermarsi rigettando persino quelle stesse élite di cui ha fatto parte per un tempo, avendo studiato a Yale e lavorato in California in una società di venture capital.
Alla fede cattolica Vance è arrivato da adulto, nel 2019, quando ha chiesto il battesimo e ha scelto come protettore Sant’Agostino. Padre di tre figli, è sposato con una donna di tradizione hindu, che ha esercitato la professione legale con alcuni dei giudici della Corte Suprema. Prima di diventare cattolico, Vance è stato cresciuto da genitori cristiani, ma che non andavano in chiesa. Vance è legato a un’ideologia nota come “integralismo cattolico”, un movimento intellettuale che preferisce un approccio di “soft power” per esercitare l’influenza cristiana sulla società. I pensatori del movimento, tra cui il leader Adrian Vermeule dell’Università di Harvard, vedono Trump come una figura simile a Costantino il Grande, l’imperatore romano convertitosi al cristianesimo.
Sull’aborto e sull’immigrazione le posizioni del possibile vicepresidente sono molto contestate: accetta il mifepristone, un farmaco che viene utilizzato insieme al misoprostolo negli aborti prima delle 10 settimane di gravidanza. Inoltre in un messaggio di raccolta fondi per la campagna elettorale di Trump, Vance ha chiesto deportazioni di massa di immigrati senza status legale, un programma ampiamente illustrato nella piattaforma politica del Partito repubblicano e che vede i vescovi statunitensi fortemente in opposizione.
Trump congratulandosi con il suo compagno di corsa ha detto che Vance “si concentrerà fortemente sulle persone per cui ha combattuto così brillantemente, i lavoratori e gli agricoltori americani in Pennsylvania, Michigan, Wisconsin, Ohio, Minnesota e ben oltre”, quella classe operaia che non si riconosce più nel partito democratico e che ha trovato nel partito conservatore o meglio nell’ala trumpiana di esso, il loro portavoce.