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ELEZIONI: RISCHIO VOTO CON FOTO, STOP CELLULARI IN SEGGIO

A votare come agli esami di Stato: lasciando i telefonini sulla cattedra. Il pericolo che si vuole scongiurare non è che un elettore passi i minuti in cabina elettorale a chiedere consigli al cellulare su come votare, ma che scatti una foto alla scheda per dimostrare poi di aver votato nel modo “giusto” ed ottenere così un compenso. Il classico esempio di voto di scambio, aggiornato all’era dei videotelefonini. E’ stato così il Consiglio dei ministri, in una delle ultime riunioni prima dell’appuntamento elettorale del 13 e 14 aprile, ad approvare un decreto legge che vieta, “per assicurare la segretezza dell’espressione del diritto di voto”, di introdurre “all’interno delle cabine elettorali telefoni cellulari o altre apparecchiature in grado di fotografare o registrare immagini”. Per chi trasgredisce, c’é l’arresto da tre a sei mesi e un’ammenda da 300 a 1.000 euro. Il provvedimento, ha spiegato il ministro dell’Interno, Giuliano Amato, illustrandone i contenuti, “copre l’unico buco esistente nella disciplina dei brogli elettorali. Da tempo, infatti, c’é un reato di voto di scambio che si consuma attraverso la prova fornita all’esterno del voto dato e ciò fa avere un compenso. La modalità più sospetta emersa nelle ultime elezioni è quella di entrare in cabina con telefonino munito di macchina fotografica, scattare la foto ed esibirla in seguito”. Per evitare questo rischio, ha aggiunto il ministro, “abbiamo deciso di vietare l’ingresso in cabina con questo tipo di apparecchiature: se uno ce l’ha con sé, lo deve depositare in un cestino apposito”. Sarà quindi il presidente dell’ufficio elettorale di sezione, all’atto della presentazione del documento d’identificazione e della tessera elettorale da parte dell’elettore, ad invitarlo a depositare le apparecchiature fotografiche in suo possesso. Esse saranno prese in consegna e restituite dopo il voto. Il ministro ha poi invitato i presidenti dei seggi ed i rappresentanti di lista ad essere rigorosi nelle operazioni di scrutinio ed ha ricordato che l’attuale configurazione dei simboli sulla scheda – criticata da alcuni – è dovuta a norme approvate dal precedente Governo. Plauso al decreto è arrivato dal leader dei Verdi, Alfonso Pecoraro Scanio. “Da anni – ha ricordato – chiedevamo un intervento contro il voto di scambio, contro la truffa mafiosa nei seggi che è il primo broglio”. Il provvedimento è stato invece considerato insufficiente dal portavoce nazionale dell’Italia dei Valori, Leoluca Orlando. Servono, secondo Orlando, “misure rigide perché l’integrità delle urne e delle schede elettorali prima del voto siano garantite e non affidate alla buona volontà o alla correttezza dei singoli presidenti di seggio, così come l’integrità e la originalità dei verbali di seggio siano tutelate fino al momento della proclamazione”. (ANSA)