Lettere in redazione
Elezioni regionali e «valori non negoziabili»
Caro direttore, sono un cattolico praticante. Ho letto il messaggio della Cei emesso una settimana prima delle elezioni. Provo indignazione e vergogna per lo sfacciato intervento di appoggio alla destra fatto dal cardinale Bagnasco. La Chiesa si sta schierando come sempre, dalla parte del potere, incurante delle idee da esso professate (lontane mille miglia dai principi evangelici), dello spessore umano ed etico del leader (divorziato, concubino, simbolo vivente di protervia, arroganza, disprezzo di ogni regola, attento solo al mantenimento del suo potere e della sua ricchezza). Ha detto monsignor Bagnasco che la vita è un valore non disponibile: è giusto, sottoscrivo al 100%. Vorrei solo sapere dall’esimio cardinale se la Chiesa ha qualche disponibilità riguardo le leggi razziste ed oppressive che questo governo ha promulgato in materia di immigrazione (penso in particolare alla legge sui respingimenti che manda a morire in mare o nel deserto libico centinaia di poveri cristi). Qual è il numero di morti africani nello stretto di Sicilia o nei deserti della Libia che la Chiesa ritiene accettabili? 100?, 200? 1000? Forse in questo momento, quando emergono scandali vergognosi in diverse realtà ecclesiastiche, il silenzio e la penitenza sarebbero l’atteggiameto migliore; questo insieme ad una doverosa e responsabile accettazione delle gravi responsabilità di omissione di alcuni alti prelati. Mi viene prepotentemente in mente la storia dei «sepolcri imbiancati»: mi sembra che Cristo non fosse molto tenero con gli ipocriti farisei.
La sua lettera, caro Simoncini, ho l’impressione sia dettata da un momento di stizza, che la spinge ad usare parole forti e persino offensive. Noi cattolici (ma non solo noi, diciamo soprattutto noi) dobbiamo ritrovare pacatezza, equilibrio e voglia di ragionare. Noi per primi dobbiamo abbassare la voce in mezzo ai tanti che urlano più o meno a sproposito. In giro c’è infatti molta confusione. E questo ci deve preoccupare. Lo scendere in piazza, anche da parte del Governo, non è un bel segnale. Forse anche per questo il cardinale Bagnasco (il testo integrale della prolusione) ha voluto mettere dei paletti circa i «valori non negoziabili» in politica: «dignità della persona umana», «indisponibilità della vita dal concepimento alla morte naturale», «libertà educativa e scolastica», «famiglia fondata sul matrimonio fra un uomo e una donna», «accoglienza verso gli immigrati» e «libertà dalla malavita» per «un complesso indivisibile di beni, dislocati sulla frontiera della vita e della solidarietà». Ci si può semmai interrogare (ma in modo molto più pacato rispetto al suo) se questo richiamo, alla vigilia del voto regionale, non si possa prestare ad una lettura politica più diretta. Questo lo si può fare.
E non c’è dubbio che la sciagurata scelta del Partito democratico di candidare la Bonino alla presidenza del Lazio possa pesare. Ma questo è prima di tutto un autogol del Pd, non certo uno schierarsi della Chiesa con il potere. Anzi, è bene ribadire che la Chiesa in quanto tale si schiera sempre con i più deboli (e tra questi ci sono senz’altro i bambini mai nati o gli anziani non più autosufficienti). A schierarsi con i forti possono semmai essere alcuni uomini di Chiesa. Infine, se il richiamo all’«indisponibilità della vita» vale per tutti, varrà anche per il Pdl che, ad esempio, qui in Toscana propone nel listino anche un abortista della prima ora.