Toscana
ELEZIONI EUROPEE: LE REAZIONI DELLE CONFERENZE EPISCOPALI
La scarsa affluenza alle urne e i risultati delle prime elezioni europee dopo l’allargamento non sorprendono i rappresentanti dei vari episcopati europei che si mostrano, invece, preoccupati per un “certo euroscetticismo diffuso”. “Quando si vuole costruire un’Europa basata solo sul piano economico e sulla moneta unica dice al Sir il presidente dei vescovi greci, l’arcivescovo di Atene, mons. Nicolaos Foskolos – il rischio che si corre è quello di vedere i cittadini allontanarsi. Serve pensare ad un’Europa di valori condivisi quali quelli cristiani. In Grecia, tuttavia, il 70% degli elettori ha mostrato interesse per l’Ue premiando, stando ai primi risultati, “La nuova Democrazia” del premier Costas Karamanlis. Forse ha giovato una certa distanza del Governo dalla questione irachena”. “Tra i possibili eletti all’Europarlamento annota ancora l’arcivescovo – dovrebbe esserci anche un rappresentante della Coalizione popolare ortodossa, gruppo legato alla Chiesa ortodossa, segno di un certo risveglio del fondamentalismo ortodosso che non agevola il dialogo ecumenico”.
Come in Slovacchia anche in Slovenia si registra un forte astensionismo. “Dai dati che abbiamo risulta che ha votato solo un elettore su cinque afferma don Andrej Saje, segretario generale della Conferenza episcopale slovena -. Smentendo i risultati della vigilia il centrodestra ha superato la coalizione di Governo di centrosinistra, in carica dal 1991. A questo punto sarà interessante vedere i riflessi di questa votazione all’interno del Paese. Siamo in linea con altri Paesi dove il partito al governo è uscito sconfitto”.
“In Svezia molti sono scettici verso l’Unione Europea e chiedono che la Svezia lasci l’Europa. Ciò si registra soprattutto nell’entroterra, nel nord del paese e tra le classi lavoratrici, dove hanno votato meno del 26%”: lo dice Maria Hasselgren, dell’ufficio stampa della diocesi di Stoccolma. “Ha inoltre suscitato molto scalpore prosegue Hasselgren – il fatto che il partito Junilistan, nato solo quattro mesi fa, abbia conquistato il 14,6% dei voti. I suoi votanti non chiedono di lasciare l’Ue, ma non vogliono nemmeno che Bruxelles gestisca troppo potere, chiedendo che venga mantenuta la sovranità nazionale più ampia possibile”. Secondo la collaboratrice del vescovo di Stoccolma, mons. Anders Arborelius, “in genere per i cattolici appartenere all’Ue è considerata una cosa buona. Specialmente per coloro che rappresentano la prima o seconda generazione di immigrati che hanno le loro radici’ in altri paesi europei: quali ad esempio polacchi, italiani, croati, ungheresi, tedeschi, irlandesi. Per tutti costoro è piuttosto naturale sentirsi ed essere europei'”.Sir