La Democrazia Cristiana di Giuseppe Pizza deve partecipare alle prossime consultazioni elettorali. A deciderlo, riammettendo così alle elezioni la Dc che era stata in un primo momento esclusa, la quinta sezione del Consiglio di Stato che oggi ha accolto il ricorso presentato da Raffaele Colucci (che la Dc di Pizza intende candidare al Senato), e ha così ribaltato la precedente ordinanza del Tar della Campania. In poche righe il Consiglio di Stato ha affermato un importante principio, e cioé che le controversie relative alla fase antecedente le elezioni “devono ritenersi rientranti nella giurisdizione del giudice amministrativo”, mentre la cosiddetta giurisdizione domestica, di cui sono competenti le Camere, riguarda solo la verifica dei titoli di ammissione dei componenti. Il simbolo della Dc di Pizza, era stato escluso perché troppo simile, lo scudocrociato in campo blu invece che in campo bianco, a quello della Dc di Angelo Sandri. “Domani stesso – ha subito dichiarato lo stesso Giuseppe Pizza – presenteremo al Ministero degli Interni l’Ordinanza del Consiglio di Stato per essere riammessi sulle schede da cui il glorioso simbolo dello Scudo Crociato- Libertas era stato proditoriamente escluso, sulla base solo di decisioni politiche di parte. Adesso, spetta al governo ed al ministro Amato rimetterci in condizione di svolgere la campagna elettorale, al pari di tutti gli altri partiti. Restiamo convinti – ha aggiunto Pizza – che molto non funzioni nel sistema politico-istituzionale”. Dunque, per effetto di quest’ordinanza dei giudici di Palazzo Spada, la Dc di Pizza può tornare a ‘correre’ alle prossime elezioni. Ma avrà meno di 15 giorni per fare campagna elettorale, contro i 30 previsti per legge. Era stato l’ufficio elettorale del Viminale a bocciare per la prima volta,lo scorso 4 marzo, il simbolo della Democrazia Cristiana di Giuseppe Pizza, insieme a quello della Dc di Sandri. Tutti e due presentavano ricorso in cassazione, e l’8 marzo all’ufficio centrale elettorale, presieduto da Giovanni Pristipino, li respingeva entrambi. Pizza si rivolgeva allora al Tar, sostenendo la illegittimità dell’esclusione. Il tribunale Amministrativo, però, a sua volta respingeva il ricorso. Quindi il ricorso al consiglio di Stato, ed oggi la decisione. Una questione, quella del simbolo della Democrazia Cristiana, che si trascina da tempo, e non solo tra i due, Pizza e Sandri, ma anche contro l’Udc di Casini, visto che lo stesso Piazza, la settimana scorsa ha chiesto agli ufficiali giudiziari di sequestrare il simbolo dello scudo crociato utilizzato dall’Udc. ‘L’atto giudiziario – si spiegava in una nota – fa riferimento alla sentenza esecutiva con cui il Tribunale di Roma ha riconosciuto che la Democrazia Cristiana, di cui sono Segretario Nazionale Giuseppe Pizza e Segretario Amministrativo Armando Lizzi, è l’unico titolare dello Scudo Crociato-Libertas”. (ANSA)