Dossier
Elezioni comunali, guida al voto
Comuni sotto ai 15mila abitanti. Una sola scheda per eleggere sindaco e consiglieri comunali. Sulla scheda è già stampato il nome del candidato sindaco e il contrassegno della lista che lo sostiene. Il voto per il sindaco e quello per il consiglio sono uniti: votare per un candidato sindaco significa dare una preferenza alla lista che lo appoggia. Una volta eletto il sindaco viene anche definito il consiglio: alla lista che appoggia il sindaco eletto andranno i 2/3 dei seggi disponibili, mentre i restanti seggi saranno distribuiti proporzionalmente tra le altre liste.
Comuni con più di 15mila abitanti. La scheda è sempre unica con i candidati alla carica a sindaco e, a fianco di ciascuno, il simbolo o i simboli delle liste che lo appoggiano.
Si può votare in tre modi: tracciando un segno solo sul simbolo di una lista, assegnando in tal modo la propria preferenza alla lista contrassegnata e al candidato sindaco da quest’ultima appoggiato; tracciando un segno sul simbolo di una lista e tracciando contestualmente un segno sul nome di un candidato sindaco non collegato alla lista votata: è quello che viene chiamato «voto disgiunto»; infine, tracciando un segno solo sul nome del sindaco, votando così solo per il candidato sindaco e non per la lista o le liste a quest’ultimo collegate.
Per essere eletto al primo turno un candidato sindaco deve ottenere la maggioranza assoluta dei voti validi. Se ciò non accade si va al ballottaggio tra i due più votati al primo turno, e viene eletto chi riceve più suffragi.
Per la composizione del consiglio si tiene conto dei risultati elettorali del primo turno e degli eventuali ulteriori collegamenti nel secondo (i cosiddetti «apparentamenti» che possono avvenire tra le due tornate). In pratica, se la lista o l’insieme delle liste collegate al candidato eletto sindaco nel primo o nel secondo turno non hanno conseguito almeno il 60% dei seggi ma hanno ottenuto nel primo turno almeno il 40% dei voti, otterranno automaticamente il 60% dei seggi. I seggi restanti saranno divisi tra le altre liste proporzionalmente alle preferenze ottenute.
Le preferenze. In tutti i comuni con più di 5mila abitanti si possono esprimere due preferenze (e non una) per i candidati al consiglio comunale, purché si tratti di candidati di sesso diverso.