Il Cairo (Agenzia Fides) – La situazione è migliorata molto dice all’Agenzia Fides p. Luciano Verdoscia, missionario comboniano che opera da anni al Cairo. Ieri, 4 febbraio, l’esercito ha fatto dei passi significativi, bloccando la strada d’accesso ai provocatori di piazza Tahrir (dove sono radunati i dimostranti). I manifestanti hanno organizzato un servizio d’ordine molto efficiente a partire da una strada parallela più piccola. Da lì si aveva accesso alla piazza. “Sono sceso tra i dimostranti dice p. Luciano. Prima di entrare nella piazza ho incontrato un centinaio di giovani, probabilmente assoldati non si sa da chi, ma certamente da simpatizzanti del regime. Da quello che ho visto, ho ricavato l’impressione che sono ragazzi molto giovani, assoldati da persone che vogliono conservare il regime. Ho oltrepassato questo gruppo da una via laterale continua il missionario – e sono entrato in contatto con il servizio d’ordine dei dimostranti. Dopo aver presentato i documenti ed essermi sottoposto ad una perquisizione mi è stato consentito l’accesso alla piazza. Devo dire che tutto si è svolto con calma e gentilezza. Chi effettuava i controlli erano persone per bene.Ho parlato con diversi dimostranti: la maggior parte sono giovani al di sotto dei 40 anni, gli adulti saranno il 30%, vi sono musulmani e cristiani. Il clima era gioioso, anche per gli slogan ironici e scherzosi contro il governo. Ognuno poteva esprimere la propria opinione e le discussioni erano educate. Da quello che ho visto e sentito, mi sono reso conto che la gente ha le idee molto chiare: la gente vuole andare oltre il regime. Le divisioni, che pur sono presenti nella società egiziana, emergeranno in un secondo momento, ma adesso si vuole cambiare pagina.Il missionario spiega perché è sceso in piazza Tahrir: Sono entrato cercando di capire la composizione e la realtà della piazza. Vi erano i feriti dal lancio di pietre, assistiti da medici e infermiere volontari, in un clima di forte solidarietà. Mi sono detto ho visto il meglio dell’Egitto’. In Egitto vi sono tantissime persone educate, gentili, coraggiose. Spero che da questo processo sia questo l’Egitto che emergerà, perché l’Egitto determinerà il futuro di tutto il Medio Oriente.