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Egitto: Kek, stop alle violenze, solidarietà a tutto il popolo e ai cristiani

«L'Assemblea della Kek esprime simpatia e solidarietà con i cittadini egiziani che lottano per portare il loro Paese a una stabile ed efficace democrazia e a condizioni economiche più eque. Deploriamo l'escalation di violenza in Egitto e facciamo appello a tutti gli attori ad astenersi dalla violenza»: così scrivono i delegati Kek nel «Rapporto sulle questioni d'interesse pubblico» diffuso oggi.

«Ci sentiamo legati alla Chiesa copta ortodossa e alle altre chiese cristiane, ai nostri fratelli e sorelle cristiani che vivono in Egitto e ci impegniamo a rimanere in stretto contatto e comunicazione con loro. Appoggiamo i loro sforzi per la cooperazione cristiano-musulmana in questo momento». Il Rapporto parla anche di crisi economica, di giovani (con un invito alle chiese a sostenerli e a dedicare risorse per iniziative lavorative), della situazione di esclusione sociale in cui sono tenuti i Rom e i Sinti in Europa, delle politiche di protezione dei rifugiati, delle insidie alla libertà di espressione e di religione (con particolare riferimento alla violazione dei diritti religiosi nelle aree di Cipro occupate dai turchi), al dramma della guerra in Siria.

Si legge ancora nel Rapporto: «Facciamo appello a chi detiene i metropoliti Yohanna Ibrahim e Boulos Yazigi di liberarli immediatamente. In quanto sacerdoti sono messaggeri di pace e lottano per il bene di ogni essere umano. Tenerli lontani dal loro popolo è un peccato contro l’umanità».