Toscana

EGITTO: IL CAIRO, TESTIMONIANZE DEI MISSIONARI DA PIAZZA TAHRIR

“La piazza è stracolma soprattutto giovani. Si parla di oltre un milione di persone. Altri cercano di confluire a piedi per aggiungersi alla manifestazione. L’atmosfera non tradisce tensioni, almeno per il momento. ‘Questa è la nostra rivoluzione e non quella dei Fratelli Musulmani’ è uno dei tanti slogan urlati dai presenti che inneggiano alla libertà, che invocano modifiche ad articoli della Costituzione che riguardano la durata del mandato presidenziale e che chiedono a Mubarak di dimettersi. La situazione, per quello che ho potuto vedere, è calma anche nelle strade circostanti alla piazza”. E’ la testimonianza, raccolta dal SIR, del comboniano padre Luciano Verdoscia, in piazza Tahrir al Cairo dove è in corso una grande manifestazione di protesta contro il regime del presidente Mubarak. “C’è gente che prega, altra che inneggia ma tutto è sotto controllo. A contribuire a questo clima è anche la scelta dell’esercito di ‘essere dalla parte dei manifestanti’ ai quali è stato chiesto di rispettare l’ordine. Se qualche spiraglio si potrà intravvedere questo lo vedremo comunque nei prossimi giorni. Il vicepresidente designato Suleiman ha fatto delle promesse e forse si potrà cominciare a ragionare”.Altra testimonianza arriva dall’agenzia Fides che cita un missionario che per motivi di sicurezza chiede l’anonimato, secondo il quale “l’intenzione dei dimostranti è di dirigersi dalla piazza al palazzo presidenziale”. “I dimostranti procedono con ordine, gridano slogan per la democrazia. Grande il senso civico dimostrato dalla maggiorparte dei manifestanti. È vero che vi sono stati dei morti e dei saccheggi, ma il Cairo è stata abbandonata a se stessa dalle autorità per almeno una settimana, e la gente si è organizzata per far funzionare i servizi e assicurare un minimo di ordine. Ogni tanto si notano assembramenti di persone che fermano i presunti autori di furti o di altri crimini. La polizia sorveglia alcuni delle sedi del governo. Diversi poliziotti operano in borghese, per paura di essere riconosciuti”. Il missionario ricorda che “la polizia è odiata dalla gente per la corruzione e per gli arbitrii che ha commesso. Quello a cui stiamo assistendo è l’esplosione della rabbia a lungo compressa di un intero Paese”. Sugli scenari futuri il missionario afferma: “non ritengo che Mubarak possa rimanere al potere. L’esercito, rispettato dalla popolazione perché non immischiato nella repressione, potrebbe favorire una transizione, che sarà comunque lunga, perché il problema della democrazia è, prima ancora che politico, culturale. Occorre insegnare a tutti cos’è la democrazia e come funziona”.“Dalla piazza di oggi, come anche dalle manifestazioni dei giorni scorsi, emerge la bellezza del popolo egiziano e del suo grande patriottismo”. A parlare dal Cairo è il procuratore caldeo presso la Santa Sede e amministratore della basilica caldea di Nostra signora di Fatima del Cairo, mons. Philip Najim. “Il popolo si è organizzato ed ha garantito sorveglianza e difesa anche dei luoghi di culto come la nostra chiesa. Ha mostrato un grande spirito di solidarietà e di rispetto verso il proprio Paese”. “Tuttavia le manifestazioni – denuncia padre Najim – sono a rischio di infiltrazioni di gente priva di scrupoli che vuole sfruttare questo momento di caos. E’ di questa mattina la notizia che sono state trafugate divise militari. Ora è possibile che dei criminali, travestiti da poliziotti e militari, possano causare incidenti provocando i manifestanti. Il tutto per rallentare il processo di normalizzazione del Paese. Il presidente ha cominciato ad ascoltare le richieste del popolo e dunque bisogna evitare che le proteste degenerino. Ho molto paura che ciò accada”.Sir