«<La Lega Consumatori è nata nel 1971. È un’associazione apolitica ed apartitica, costituita su base volontaria e finanziata dalle sole quote associative ed i suoi scopi rientrano fra quelli riconosciuti e protetti dalla Legge 281/98 che tutela i diritti dei consumatori e degli utenti.È un’associazione di ispirazione cristiana che ha, fra le sue finalità, quella di educare ad un consumo responsabile, favorendo specialmente la tutela dell’ambiente, il sostegno al commercio equo e solidale, la sicurezza dei prodotti, la qualità dei servizi, l’equità delle tariffe, la necessità di una adeguata informazione e di una corretta pubblicità, nonché l’accesso ad una giustizia alternativa». L’Associazione a Livorno attualmente si trova presso la sede del Movimento Cristiani Lavoratori sugli Scali D’Azeglio 40 (tel. 880110 – fax 0586 896128) e offre servizi di Difesa degli interessi economici, difesa legale e conciliazioni extragiudiziali, difesa della salute, difesa della sicurezza del cittadino, informazione ed educazione ed opera in diversi settori quali: banche e assicurazioni; problemi con la telefonia; energia elettrica e gas; fisco, diritto di famiglia; giustizia (difensore civico, giudice di pace); tutto quello che riguarda la casa (contratti, condominio, locazioni, compravendite); risparmio e certificazione energetica; pubblicità ingannevole; saldi, liquidazioni e vizi delle cose acquistate; tutela nella prenotazione di viaggi e vacanze; rapporti con la pubblica amministrazione; rapporti con i gestori dei servizi pubblici; truffe su Internet; sicurezza alimentare.«Nel nostro statuto – precisa Andrea Raiano, presidente della Lega per la provincia di Livorno – abbiamo come finalità la diffusione della Dottrina sociale della Chiesa e la tutela della famiglia (facciamo parte del Forum nazionale delle famiglie). Livorno purtroppo vive un momento difficile. La povertà è grande, anche quella culturale, si vivono situazioni di forte indigenza; moltissime persone non riescono a gestire problemi con le bollette, che peraltro mancano assolutamente di chiarezza, restano vittime di truffe, di raggiri o semplicemente non conoscono le leggi, le norme e per questo sono costretti a pagare più del dovuto».«Un esempio sono le centinaia di pratiche di recupero crediti da parte di aziende municipalizzate contro cittadini morosi, che dall’ISEE però risultano nullatenenti – continua Laura Albertini, collaboratrice della Lega – queste sono pratiche le cui spese gravano sulle spalle dei cittadini, ma che non approderanno a niente viste le mancanti risorse delle persone coinvolte. Oppure gli errori nelle bollette delle utenze: ad esempio ci sono persone che stanno pagando il doppio del dovuto, perché non sapevano di dover comunicare all’azienda se sono “residenti” nella struttura indicata».«Il nostro – aggiunge Raiano – è un aiuto alla comprensione e un sostegno alla conciliazione». I servizi offerti dalla Lega sono concessi nel puro spirito di volontariato o con la sottoscrizione di una tessera di sostegno, gli sportelli sono aperti il martedì e mercoledì dalle 16 alle 18 e il venerdì dalle 10 alle 12.La Lega Consumatori vanta circa 50.000 iscritti in 81 province italiane ed è impegnata in iniziative a sostegno di famiglie e di giovani a Recife, Salvador e Tanzania, cui destina metà della quota tesseramento.Un progetto enogastronomico e non soloLivorno all’Expo 2015…perchè no?Nasce da un’idea di Andrea Raiano un progetto di rilancio economico e culturale della città, attraverso la riscoperta della tradizione alimentare ed enogastronomica livornese. Il progetto sarà presentato nei prossimi giorni a Firenze all’agenzia Toscana promozione che si occupa di raccogliere e valutare le proposte regionali per la partecipazione all’Expo 2015 a Milano.Il progetto parte dalla constatazione che Livorno rappresenta un unicum nel panorama italiano per la sua storia di accoglienza verso popoli provenienti da tutto il mondo, ed in particolare nei confronti della comunità ebraica, con le sue tradizioni che ancora oggi caratterizzano la cultura cittadina in tutti i suoi aspetti.L’intreccio fra religione e gastronomia ha visto il nascere di piatti quali il cacciucco, il merluzzo e le triglie (alla mosaica) che giustamente portano l’appellativo “alla livornese”. Questi cibi nascono come kasher, cioè adatti alle prescrizioni della religione ebraica, ma poi si sono diffusi rapidamente nella popolazione locale fino ad essere conosciuti in tutta Italia. Non meno importanti sono i piatti tipici collegati alla tradizione medio orientale, anch’essa giunta a Livorno grazie al popolo ebraico. Il cous cous, la torta di ceci, le roschette (taralli), sono cibi di grandissima popolarità e fondamentali nella cosiddetta dieta mediterranea, nonché connotati dalla semplicità e povertà degli ingredienti.«Portare queste tradizioni a Expo 2015 – afferma Raiano – significherebbe svelare a tutto il mondo l’unicità di Livorno e della sua cultura enogastronomica, allo scopo di sviluppare l’economia locale in relazione al turismo, alla ristorazione e alla produzione agro-alimentare. Rafforzare a Livorno la cultura dell’accoglienza, accompagnandola con attività come:1. Riaprire le fortezze e destinarle ad eventi culturali, basati in modo particolare sull’enogastronomia.2. Ridare alle cantine e ai fossi la loro naturale vocazione, attraverso una totale navigabilità dei fossi e una destinazione delle cantine a locali di ristorazione e d esposizione e commercio di prodotti tipici.3. Formare i ristoratori e gli operatori del turismo alla cultura tradizionale livornese, prevedendo all’uopo appositi esercizi con certificazione kasher.Favorire esercizi commerciali addetti alla fabbricazione, commercializzazione e vendita di cibi kasher livornesi potrebbe significare diffondere nel mondo la tipicità livornese (cacciucco kasher fatto a Livorno al posto del cacciucco Buitoni ad esempio, magari collegato a un nome famoso in tutto il mondo come Modigliani) e inaugurare una produzione di vino kasher e adeguare la produzione agro-alimentare agli standard toscani, nei confronti dei quali è ora al di sotto».«Quello che sembra in apparenza un’idea visionaria – sottolinea Raiano – si basa su solide tradizioni storiche e su plausibili prospettive economiche. in tutto il mondo infatti uno dei riti religiosi appartenenti al ramo sefardita è conosciuto come rito “livornese”. Non è quindi assurdo pensare di far conoscere al mondo l’aspetto alimentare della tradizione sefardita livornese. Piatti come il cacciucco devono essere parte integrante dell’immagine mondiale di Livorno, come il rito religioso in quanto ad esso strettamente collegato. E’ quindi plausibile pensare ad una Livorno dei sapori e degli odori come chiave di rilancio dell’economia cittadina o addirittura di un volano per il ritorno di donne e uomini da tutto il mondo, attratti dal clima favorevole, da una ritrovata cultura dell’accoglienza basata sulla conoscenza delle antiche tradizioni che hanno fondato la città».«E’ chiaro – conclude – che oggi è difficile riproporre quel modello vincente che fu il porto franco, ma sta alla classe politica ed economica (locale, regionale e nazionale) trovare le opportune intese che possono portare all’emanazione di particolari norme che consentano di evitare la fine di una città che sta vivendo un momento di drammatico declino, ma che ha rappresentato un unicum nel panorama italiano». «Partecipare a Expo 2015 – potrebbe essere un buon rilancio della città. Un evento unico che porterà l’Italia tutta, con i suoi inimitabili sapori e odori, davanti a una vetrina mondiale che attende 20 milioni di visitatori dal vivo, migliaia di investitori e centinaia di milioni di visitatori virtuali. In questa vetrina Livorno merita sicuramente un posto di primo piano con il suo mare, le sue antiche e inimitabili tradizioni, la sua cultura e i grandi personaggi che in essa sono nati o vi hanno trovato un luogo di eccezionale accoglienza. Per realizzare tutto questo sarà fondamentale il contributo delle associazioni e delle istituzioni, nella logica di sinergie e del principio di sussidiarietà».