Il mondo del terzo settore scende in campo contro la decisione assunta dal governo con quello che viene definito «un silenzioso “colpo di mano”», con il varo e l’immediata pubblicazione in Gazzetta ufficiale del decreto del Ministro dello sviluppo economico, ad effetto immediato, che cancella le tariffe postali agevolate. «Auspichiamo – afferma Andrea Olivero, portavoce del Forum del Terzo Settore – che venga immediatamente avviata la verifica delle disponibilità finanziarie e che non venga, quindi, a decadere l’unico sostegno di cui gode l’editoria del terzo settore, uno tra i segmenti più importanti della comunicazione sociale del nostro Paese».Vibrante protesta anche dell’Uspi (Unione stampa periodica italiana) alla quale aderisce anche il settimanale Toscana Oggi. In una lettera ai Sottosegretari Gianni Letta e Paolo Bonaiuti, il Segretario Generale dell’USPI, Francesco Saverio Vetere, esprime tutto il disappunto dell’USPI per il decreto che sospende le agevolazioni postali per l’editoria, che «rappresenta un fatto di inaudita gravità e potenzialmente idoneo a decimare concretamente un settore già in grave crisi come quello dell’editoria medio piccola».«Le agevolazioni postali – prosegue la lettera dell’Uspi – sono previste da decenni da leggi che ne fissano i criteri di applicazione e demandano ai decreti ministeriali esclusivamente la misura delle tariffe e delle conseguenti agevolazioni. I decreti, quindi non hanno altra funzione che quella di eseguire concretamente la volontà del Parlamento. Disporre con decreto la sospensione delle agevolazioni significa ottenere un risultato che solo la volontà espressa dal Parlamento avrebbe potuto ottenere: la fine di questa forma di sostegno all’editoria». L’Uspi ricorda anche che non regge la scusa del venir meno dei fondi «presso gli appositi capitoli dal bilancio della Presidenza del Consiglio dei Ministri» perché «a partire dalla Legge 46 del 2004 è stato previsto, e sempre ribadito, che il rimborso a Poste Italiane per le agevolazioni postali viene effettuato nei limiti dello stanziamento previsto nei capitoli». La norma «prevede che siano i rimborsi a Poste Italiane a dipendere dall’ammontare dello stanziamento, non le tariffe agevolate. Questo vuol dire che, venendo meno i fondi, mai dovranno cessare le agevolazioni postali, anche perché il pretesto del venir meno dei fondi determinerebbe la possibilità per qualunque Governo di abrogare di fatto le agevolazioni postali aggirando la volontà del Parlamento (cosa che, per l’appunto, si sta verificando in questo caso)».«L’USPI si augura che in tempi brevissimi venga abrogato questo decreto e si torni alle agevolazioni postali. Non è possibile che gli editori che hanno già venduto gli abbonamenti annuali da mesi si trovino da un giorno all’altro, e senza preavviso, nella condizione di dover fronteggiare un aumento del 120% delle tariffe. Al di la di tutte le considerazioni – conclude Vetere – si tratta indubbiamente di un episodio imbarazzante».