Toscana
Edilizia: il 60% delle imprese toscane ha ridotto l’attività
La situazione del settore delle costruzioni è da «profondo rosso». Alla fine del primo semestre 2012, il settore presenta notevoli e preoccupanti difficoltà, sia in termini di attività che di fatturato, di investimenti e di occupazione. Il 60% delle imprese dichiara infatti una flessione dell’attività. E pesantemente negativi sono anche i pre-consuntivi per la seconda metà del 2012: il 50% delle imprese prevede una contrazione del fatturato. Pesante anche la situazione della liquidità: l’83% delle imprese ha dichiarato un ritardo dei pagamenti da parte della pubblica amministrazione e un grave difficoltà nell’accesso al credito. Questo il quadro raffigurato dall’indagine congiunturale svolta da Unioncamere Toscana, con la collaborazione di ANCE Toscana e presentata oggi a Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze.
Solo il 7,6% delle imprese considerate dalla ricerca (imprese edili con almeno 10 addetti), nel primo semestre 2012, ha fatto registrare un aumento della propria attività (misurata in termini di ore effettivamente lavorate) rispetto al primo semestre del 2011, mentre il 59,7% ha accusato una flessione ed il 32,7% ha mantenuto i livelli del semestre precedente. Nel complesso la contrazione media è stata pari al 14,3%: la diminuzione è risultata maggiormente pronunciata per le imprese di piccole dimensioni (-15,2% per quelle con un numero di addetti compreso fra 10 e 49) rispetto alle medio-grandi (-12,4% per quelle con oltre 50 addetti).
Rispetto alla tipologia di committente, dichiarano un aumento dell’attività soprattutto le imprese operanti sul mercato privato, in particolar modo quelle che svolgono anche attività di manutenzione. Anche fra le imprese che lavorano nel mercato pubblico, la situazione è relativamente migliore per quelle che si dedicano anche a manutenzione e recupero. Occorre tuttavia evidenziare che nel periodo gennaio-giugno 2012 si è registrato un calo anche per l’attività manutentiva, segmento che – in questi ultimi anni – aveva invece continuato a crescere.
Analizzando i singoli comparti di attività, la quota di imprese che dichiarano un aumento dell’attività rispetto al primo semestre del 2011 è migliore, oltre che come già detto nella manutenzione e recupero (8,1%), nella costruzione di abitazioni su commessa di terzi privati (7,1%) e nella costruzione di edifici non residenziali su commessa di terzi privati (5,4%). Le situazioni peggiore si concentrano invece nella costruzione di abitazioni su commessa pubblica (dove le imprese che vedono diminuire l’attività sono il 62,5%) e nei lavori pubblici (60,6%).
Nel frattempo, anche il portafoglio ordini delle imprese ha accusato una flessione nel 64,9% dei casi, contro solo un 6,5% di aziende che nel primo semestre del 2012 hanno fatto registrare un incremento rispetto al primo semestre 2011. Parallelamente, diminuiscono drasticamente i mesi di attività assicurati dagli ordini acquisiti: sono meno di sei nell’82,1% dei casi e superiori all’anno solo nel 5,5%.
Coerentemente con i dati appena esaminati, anche l’andamento del fatturato del primo semestre 2012 risulta per lo più in diminuzione rispetto al primo semestre del 2011 (nel 67,2% dei casi presi in esame), mentre il 24,3% ha riportato una situazione di stabilità e solo l’8,6% ha dichiarato un aumento dello stesso. Nel complesso, la pesante contrazione media del fatturato (-16,6%) evidenzia una dinamica leggermente meno negativa per le imprese medio-grandi (-13,6%) rispetto alle piccole (-18%).
Per quanto riguarda invece la situazione occupazionale, la variazione media degli addetti si attesta nella prima parte dell’anno al -2,1%. Nel periodo considerato, le imprese che hanno ridotto i propri organici sono state del resto decisamente più numerose (23,8%) rispetto a quelle che sono state in grado di ampliarli (9,7%).
La situazione di difficoltà che il settore delle costruzioni sta attraversando si riflette infine sulla propensione all’investimento delle imprese: la quota di aziende che nel primo semestre del 2012 ha aumentato la propria spesa per investimenti è inferiore (8,4%) rispetto alla quota che ha riportato una riduzione della stessa (32,9%).
Venendo alle previsioni per il secondo semestre 2012, gli andamenti negativi sembrano essere destinati a peggiorare ulteriormente: il 34,2% delle imprese dichiara di avere in programma una riduzione dei propri livelli di investimento, mentre solo il 2,2% prevede un incremento di tale voce di spesa. Il fatturato è invece previsto in arretramento dal 50,6% delle imprese, ed in aumento solo dall’8% (il dato di quanti prevedono diminuzioni di fatturato scende al 34% per le imprese più strutturate). Il generale clima di sfiducia è infine confermato anche dalle previsioni sui programmi occupazionali: solo il 3,2% delle imprese ha in programma un ampliamento dei propri organici nella seconda parete del 2012, mentre il 38,6% prevede una diminuzione.
L’indagine realizzata ha inoltre sottolineato anche le problematicità che le imprese delle costruzioni si trovano ad affrontare sul fronte della liquidità, in gran parte dovute ai rapporti con il committente pubblico. L’83,7% ha infatti segnalato ritardi di pagamento (rispetto ai termini contrattuali) da parte della Pubblica Amministrazione, fenomeno che appare più frequente fra le imprese medio-grandi (95,5%) che – oltre tutto – evidenziano una più spiccata propensione ad acquisire commesse dall’operatore pubblico.
Crescenti difficoltà vengono infine registrate anche sul fronte dell’accesso al credito: a fronte di un 60,3% che dichiara di aver fatto domanda di credito al sistema bancario, il 70,7% delle imprese segnala un peggioramento della situazione nel corso dell’ultimo anno.