Vita Chiesa
Ecumenismo, un corso per prepararsi all’incontro tra cristiani
La Commissione per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della Conferenza Episcopale Toscana promuove un corso residenziale di formazione in ecumenismo per i giorni 19-21 luglio 2012 a La Verna. Abbiamo rivolto a mons. Rodolfo Cetoloni, delegato per l’ecumenismo della CET e presidente della Commissione, alcune domane per comprendere il senso di questa iniziativa nel quadro di un rinnovato impegno al dialogo ecumenico della Chiesa Cattolica anche alla luce della partecipazione di mons. Cetoloni alla Commissione per l’ecumenismo della CEI, che è presieduta da mons. Mansueto Bianchi, vescovo di Pistoia.
Ci può dire qual è l’attenzione della Chiesa italiana al problema ecumenico?
«Fin dal 1966 esiste un’attenzione della Conferenza Episcopale Italiana per il dialogo ecumenico: mons. Marafini, vescovo di Frosinone, fu il primo incaricato a coordinare e promuovere delle iniziative per il dialogo ecumenico a livello nazionale. In questi ultimi, soprattutto per i fenomeni migratori che hanno coinvolto anche l’Italia, si è venuta modificando profondamente la presenza cristiana nel nostro paese e di conseguenza l’impegno per la promozione del dialogo ecumenico. Sono ormai centinaia le comunità ortodosse, principalmente del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, della Chiesa ortodossa romena, della Chiesa ortodossa russa, presenti in tante diocesi italiane. Oltre a queste vanno ricordate le presenze protestanti, che si sono moltiplicate per la nascita di tante comunità che appartengono al mondo pentecostale, che in alcuni casi si è mostrato particolarmente attento al dialogo».
Le parrocchie sono preparate a questo incontro con cristiani di altre tradizioni?
«Proprio questo è un aspetto sul quale ci siamo interrogati, come Commissione regionale per l’ecumenismo, perché si tratta di affrontare insieme un dialogo che si sviluppa attraverso una quotidiana condivisione delle diverse tradizioni cristiane: questa pluralità di tradizioni cristiane rappresenta una ricchezza preziosa nel tempo presente se riusciamo a affrontarla scoprendo, giorno per giorno, in un clima di amicale accoglienza, cosa giù ci unisce. Sono tante le questioni che l’ecumenismo della quotidianità pone alle Chiese e alle comunità ecclesiali».
Quali sono le questioni principali?
«Penso soprattutto alla catechesi parrocchiale nella quale si moltiplicano i casi di presenze di ragazzi e ragazze di tradizione ortodossa che i genitori “mandano” alla catechesi perché desiderano partecipare al cammino di formazione cristiana e a una sempre maggiore integrazione dei propri figli, che però hanno già ricevuto i sacramenti dell’iniziazione cristiana al momento del battesimo. Poi ci sono i casi dei matrimoni tra cristiani di tradizione diversa; il Codice di Diritto Canonico è una preziosa risorsa ma a volte serve un’azione pastorale attenta ai singoli casi. Non si tratta di una questione locale: due anni fa la CEI ha pubblicato un Vademecum nel quale si presentano le norme da seguire nei rapporti tra la Chiesa cattolica e gli ortodossi. La Commissione regionale sta pensando a schede su singole questioni, ispirate dal Vademecum, per aiutare a comprendere che non si tratta di problemi ma di occasioni preziose per prendere consapevolezza del cammino di unità che riguarda tutti i cristiani.
Quale strada intravede per favorire l’incontro, l’accoglienza e la collaborazione in Toscana?
«In questi ultimi anni, anche grazie al lavoro di chi mi ha preceduto, le realtà diocesane più direttamente impegnate nell’ecumenismo, hanno favorito l’ulteriore sviluppo di un clima di accoglienza e di dialogo che è stato fondamentale nella formazione di tante comunità ortodosse e, in misura minore, protestanti che sono venute arricchendo il cristianesimo in Toscana. Da questo punto di vista la Commissione ha cercato di essere sempre più uno strumento a servizio delle problematiche quotidiane in campo ecumenico delle diocesi della Toscana, cercando di promuovere iniziative regionali, sempre nell’ascolto del tanto che viene fatto a livello locale. Anche la recente nomina di don Mauro Lucchesi, delegato per l’ecumenismo dell’arcidiocesi di Lucca, docente di Ecumenismo all’Istituto Teologico Interdiocesano Enrico Bartoletti di Camaiore, va in questa direzione di un sempre maggior coordinamento così da affrontare questa nuova stagione del dialogo ecumenico per la quale è necessario una formazione permanente».
Che caratteristiche ha il corso formativo?
«Il corso vuole essere una risposta a questa urgenza di una formazione permanente in campo ecumenico. Lo abbiamo pensato soprattutto per coloro che sono più direttamente impegnati nel dialogo ecumenico a livello locale, ma non solo per loro; infatti speriamo che professori di religioni, catechisti, seminaristi, sacerdoti, religiosi e religiose e associazioni laicali vogliano accogliere il nostro invito a passare due giorni, insieme, a La Verna, a studiare e a riflettere sulla memoria del dialogo ecumenico e sul presente dell’ecumenismo in Italia. Ci saranno momenti di preghiera perché sempre dobbiamo aver presente che l’unità visibile della Chiesa la si costruisce con la preghiera quotidiana: mi lasci, alla fine, ricordare come la mia esperienza di tanti anni di pellegrinaggi in Terra Santa mi abbia insegnato quanto si possa fare una volta che ci abbandoni completamente all’ascolto della Parola di Dio che ci vuole uniti nella missione che ci ha affidato».
La risposta che si offre con il corso, pur nella sua essenzialità, costituisce un primo livello di cui possono far tesoro quanti sono quotidianamente in contatto con cristiani non cattolici. D’altra parte, l’ecumenismo, fino ad oggi è stato considerato più un settore riservato ad alcuni esperti e cultori che non una dimensione di tutta la vita e l’attività della Chiesa e di conseguenza non ci sono iniziative formative in questo ambito se non negli studi teologici più approfonditi.
Destinatari privilegiati sono i membri delle commissioni diocesane per l’ecumenismo e le persone che potranno essere chiamate a farne parte; inoltre la proposta interessa gli insegnanti, in particolare quelli di religione cattolica, ma anche i catechisti, i parroci, le religiose e i religiosi. Il corso va considerato nella sua articolazione triennale, che prevede la maturazione della dimensione ecumenica per entrare in sintonia con la realtà e con gli orientamenti della Chiesa cattolica (primo anno) al fine di affrontare il rapporto con le altre tradizioni cristiane (secondo e terzo anno). La finalità è quella di aiutare i partecipanti ad acquisire una mentalità ecumenica e prevede la partecipazione attiva dei partecipanti, la condivisione delle esperienze vissute e l acquisizione di strumenti utili per continuare la formazione a livello personale. Per quanto riguarda il contenuto si terranno unite la dimensione storica, teologica, ecclesiale e l’esperienza vissuta, nonché riferimenti alla nostra realtà regionale. Ogni anno è previsto anche un momento di apertura al dialogo interreligioso.