Lo stato dell’ecumenismo in Europa, il contributo delle Chiese cristiane alla Convenzione europea e la preparazione della terza Assemblea ecumenica europea. Sono alcuni degli argomenti che il comitato congiunto del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (Ccee) e della Conferenza delle Chiese europee (Kek) hanno affrontato nel corso di un incontro che si è svolto a Kamien Slanski (Polonia) dal 29 gennaio al 1 febbraio. “Un’Europa politica unita con le Chiese divise sarebbe insopportabile”. Con queste parole, il vescovo Amédée Grab, presidente Ccee ha aperto un intenso dibattito sulla situazione dell’ecumenismo in Europa, indicando, tra l’altro, le sfide poste alle Chiese dal contesto multireligioso e dal processo di riunificazione europea. Poiché è stato detto – molte divisioni a livello teologico “hanno spesso la propria radice in motivi storici, culturali, giurisdizionali, psicologici”, Ccee e Kek hanno sottolineato l’importanza di “superare le controversie attraverso dialoghi profondi e corresponsabili”. Riguardo alla Convenzione europea, i membri del comitato hanno espresso “soddisfazione” per l’art. 51 relativo al riconoscimento giuridico delle Chiese e la libertà religiosa. “Resta aggiungono le Chiese – la domanda sul perché ci sia una sorta di allergia’ al riconoscere il fatto storico della presenza del cristianesimo come elemento costitutivo della storia del continente”. Ma perché “il contributo al futuro dell’Europa sia efficace”, Ccee e Kek ritengono necessario che le Chiese “trovino punti di accordo sui temi che oggi ancora le vedono divise (soprattutto in ambito etico e dei valori)”. È stato infine avviato l’iter di preparazione della Terza Assemblea ecumenica europea che avrà per tema “Cristo è la luce del futuro”. Sir