Vita Chiesa

Ecumenismo: Kek, «Tempo di partire per servire i popoli d’Europa»

«In alcuni momenti è stato difficile, ma con la grazia di Dio siamo riusciti» e «alla fine di un intenso processo deliberativo, possiamo celebrare il completamento del rinnovamento degli statuti, fondamento di un’organizzazione ecumenica efficiente e rilevante».

Si legge ancora nel testo: «Ora è tempo di partire per servire i popoli d’Europa e del mondo, rispondendo ai loro bisogni spirituali» e «con umiltà e impegno cristiano far sentire le voci dei poveri e degli oppressi, di coloro che ancora attendono iniziative incisive che rispondano alle loro necessità e al desiderio di un futuro migliore». Il messaggio rivolge anche l’invito a tutte le Chiese europee «a intensificare le relazioni ecumeniche per rafforzare il rispetto reciproco come sorelle e fratelli in Cristo».

Facendo riferimento al titolo dell’assemblea «E ora che cosa aspettate?», dice il Messaggio: «Partendo da Budapest, lasciamo alle spalle l’idea dell’attesa come momento di disperazione e indecisione. Portiamo con noi lo spirito di trasformazione e la speranza».

Oltre alla nuova Costituzione, i membri della Conferenza delle chiese europee (Kek), hanno deciso in assemblea a Budapest di dotarsi di una «roadmap strategica», un documento «da leggere insieme alla Costituzione per dare l’indirizzo del futuro rinnovamento e cammino della Kek». Il testo spiega gli elementi condivisi dalle Chiese, membri della Kek (mentre le associazioni ecumeniche e i consigli nazionali delle Chiese sono ora diventati membri associati): la fede, la storia comune, la visione (raggiungere la riconciliazione) e la missione (rafforzare la comunione per una testimonianza più efficace).

Il documento precisa quali siano i «valori fondamentali necessari per la missione»: fiducia e rispetto reciproci, coraggio, ospitalità, umiltà, affidabilità, trasparenza, sussidiarietà, cura delle cose. Il testo parla poi di sei «obiettivi strategici» per i prossimi anni: «portare a compimento i cambiamenti organizzativi» decisi in assemblea, «garantire la sostenibilità economica dell’organizzazione»; «rafforzare la comunione attraverso il dialogo»; «sviluppare la capacità di essere un interlocutore efficace nel dialogo», sia per aiutare il dialogo tra le sue Chiese, che con altri organismi ecumenici o ecclesiali, quali la chiesa cattolica, l’islam e l’ebraismo; «stimolare e coinvolgere, attraverso una comunicazione più creativa». Il testo definisce poi le competenze dei diversi organi.