Lourdes è conosciuta per i suoi miracoli, oggi anche noi siamo testimoni di un miracolo particolare. Con queste parole, il card. Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, ha esordito questo pomeriggio a Lourdes, prendendo la parola con l’arcivescovo di Canterbury e primate della Comunione anglicana, Rowan Williams, alla conferenza pubblica che si sta svolgendo nel santuario mariano. Chi avrebbe potuto immaginare ha detto il card. Kasper – solo venti o trenta anni fa che, come sta accadendo oggi, cattolici e anglicani avrebbero intrapreso un pellegrinaggio insieme?. Per coloro che sono consapevoli delle controversie e delle polemiche che ci sono state in passato su Maria tra cattolici e cristiani non cattolici, per chi conosce le riserve nel mondo non cattolico riguardo ai pellegrinaggi ai luoghi mariani come Lourdes, per tutte queste persone questo evento senza precedenti, di oggi, è una sorta di miracolo. Sì, in effetti, potremmo anche dire che tutto il movimento ecumenico può essere classificato tra i miracoli. Dopo secoli di divisione e spesso di inimicizia tra i cristiani di molte denominazioni, i nostri tempi moderni hanno segnato l’inizio di un comune pellegrinaggio verso l’unità per la quale Gesù ha pregato alla vigilia della sua morte. Nel suo intervento il card. Kasper ha ripercorso la presenza di Maria nel mondo della Riforma. Sulla Madonna ci sono stati dialoghi che hanno portato alla elaborazione di importanti documenti, come quello della Commissione internazionale Arcic dal titolo Maria: Grazia e Speranza in Cristo. Soprattutto quest’ultimo accordo ha detto il card. Kasper rappresenta nel mezzo di alcune tristi turbolenze e disaccordi in altri campi delle nostre relazioni un segno positivo e incoraggiante di speranza. C’è dunque ha detto il cardinale ragione per sperare che Maria ci aiuterà a superare le difficoltà presenti nelle nostre relazioni. L’ultima volta che il card. Kasper e l’arcivescovo Williams si sono incontrati è stato questa estate a Canterbury nell’ambito della Lambeth Conference dove il cardinale aveva espresso la posizione della Chiesa cattolica sulle ordinazioni episcopali delle donne e di vescovi dichiaratamente omosessuali. Pur senza entrare nel merito, il card. Kasper ha detto: possiamo cooperare anche dando testimonianza della fede cattolica e spiegando con pazienza e con amore la nostra posizione, anche quando gli altri hanno difficoltà a comprenderla. D’altra parte, ha aggiunto citando Giovanni Paolo II, la verità senza amore può essere dura e repellente, ma l’amore senza verità diventa disonestà.Il cardinale ha lanciato proprio a questo punto un appello: possiamo e dobbiamo dare testimonianza insieme di ciò che abbiamo in comune che è molto di più di ciò che ci divide. Il mondo moderno ha bisogno della nostra comune testimonianza. E quando parliamo in comunione, la nostra voce è molto più convincente. Nel ricordare alla fine che Maria è la donna della speranza benedetta, il cardinale ha concluso. Questa speranza fondata non su un ottimismo superfiale ma sulla fedeltà a Dio – è ciò di cui abbiamo bisogno per il nostro pellegrinaggio ecumenico. Non possiamo scappare e arrenderci quando sorgono difficoltà e quando l’immediato successo non è a portata di mano. Nell’ecumenismo così come nella vita di tutta la Chiesa si deve spesso passare per il tunnel dell’oscurità per raggiungere la luce della Pasqua. Abbiamo quindi bisogno della speranza di Maria. Abbiamo bisogno di speranza anche in questo nostro mondo di oggi. Vi è una mancanza di prospettiva e spesso si cammina nella nebbia. Ma senza speranza, nessuno, nessun popolo e nemmeno la Chiesa può vivere; senza speranza non vi è alcun entusiasmo, né il coraggio per grandi obiettivi e grandi aspirazioni.Sir