Dossier
Economia di comunione, speranza per il futuro
Accolta da un lunghissimo applauso e «protetta» dai suoi fedelissimi, è stata Chiara Lubich stessa ad aprire i lavori del convegno presso il Salone San Benedetto, che rappresenta una delle principali strutture, oltre il College, nell’ampio territorio di Loppiano dove sta per sorgere anche una grande chiesa dedicata a Maria Theotokos.
È di attualità l’Economia di comunione? È intonata con il nostro tempo? «Si può rispondere dice l’ideatrice del progetto dando un’occhiata a ciò che emerge oggi nel mondo. In questo villaggio globale, che è il nostro pianeta, dopo l’11 settembre 2001, si è scoperto, fra altri guai, un grande, enorme pericolo: il terrorismo. Non è una guerra come le altre, perché esse ne abbiamo tutt’oggi circa 40 sul pianeta sono in genere frutto dell’odio, del malcontento, delle rivalità, di interessi personali o collettivi. Il terrorismo invece, come ha affermato Giovanni Paolo II, è frutto anche di forze del Male con la M maiuscola. Ora, forze di questo tipo non si combattono con soli espedienti umani, diplomatici, politici e militari. Necessitano forze del Bene con la B grande e il Bene con la B maiuscola è lo sappiamo Dio, e ciò che Lo concerne. Si combatte, dunque, con forze spirituali, come la preghiera. Ma, ci sembra di dover dire che essa non basta. Noi sappiamo che molte sono le cause del terrorismo, ma una, la più profonda, è l’insopportabile sofferenza di fronte a un mondo mezzo povero e mezzo ricco, che ha generato e genera risentimenti covati negli animi da tempo, violenza e vendetta».
Per combattere il terrorismo ci vuole pertanto «più parità, più uguaglianza, più solidarietà e più comunione di beni. Ma i beni non si muovono da soli, non camminano da sé. Soltanto se si lavora ad un’opera di fraternità, di fratellanza universale, riusciremo a convincerci e a convincere ad iniziare a mettere in comune anche i beni. Noi vogliamo dice Chiara Lubich l’amore a base di ogni nostra attività. Come pure dell’Economia di comunione. Perché in essa le finalità stesse dell’utile sono ispirate dall’amore, sono amore concreto. Come la parte dell’utile che serve all’azienda stessa perché viva e possa dare ancora. Come quella con cui si aiutano i bisognosi finché trovano una fonte per il proprio sostentamento. Come quella destinata a strutture per formare uomini nuovi, gente che sappia dare, come il Vangelo insegna. Economia di comunione, che è se stessa se l’amore è onnipresente. Economia di comunione dove ci si sforza di amare i dipendenti, i clienti, i fornitori, i concorrenti; dove anche lo Stato si ama, perché si osserva la legalità; e anche la natura si ama, perché ci si impegna a salvaguardarla. Dove ci si deve amare anche fra responsabili delle diverse aziende, per sostenerci, incoraggiarci e supplire a ciò che manca a qualcuno».
Vera Araujo, sociologa brasiliana, del Centro studi del Movimento dei Focolari, è poi intervenuta sulla nascente realtà dei poli imprenditoriali legati all’Economia di comunione. Ha ribadito che lo scopo dei poli è «dare visibilità al progetto Economia di comunione, radunando in uno stesso luogo più aziende che vi aderiscono in modo che si veda il progetto, cioè le aziende materialmente, ma soprattutto si veda il senso della famiglia, l’amore, l’unità, la comunione. Il polo diventa così un punto di riferimento ideale e materiale insieme».
Presente al convegno, tra gli altri, l’economista Stefano Zamagni, che nel suo intervento ha voluto sottolineare come ormai l’Economia di comunione sia una realizzazione concreta, non utopica, supportata anche da un’avviata riflessione teorica, autentica base di una nuova teoria economica. Un passo fondamentale da compiere, quello dell’approfondimento teorico, secondo Zamagni, per dare diffusione al progetto non solo nel mondo del lavoro ma anche negli ambienti accademici.
Nell’Economia di comunione sta dunque, a giudizio del Movimento dei Focolari ma non solo, la speranza per il futuro. «Una luce in mezzo alle tenebre, per quanto piccola sia, si vede anche da lontano dice Chiara Lubich . Che il Signore pertanto continui a benedire il nostro Movimento, l’Economia di comunione e tutti noi, perché col Suo aiuto si può sognare l’impossibile».
Per dare visibilità al progetto, sta nascendo il polo imprenditoriale «Lionello Bonfanti», nei pressi della cittadella del Movimento dei Focolari, a Loppiano (Incisa Valdarno). Il polo Bonfanti (dal nome di colui che per 15 anni a Loppiano è stato il corresponsbaile dei rapporti con le istituzioni) ospiterà nuove attività produttive e sarà un punto di convergenza per le aziende che a livello italiano già aderiscono al progetto e che in parte, una sessantina, hanno appena dato vita il 17 e 18 maggio alla «Prima expo aziende italiane di economia di comunione».