Toscana

ECOMOSTRI, IN TOSCANA OTTO EDIFICI DA DEMOLIRE

Il Governo, per trovare i soldi per il taglio dell’Ici, ha falcidiato il fondo previsto dalla Finanziaria 2008 per l’abbattimento degli ecomostri, e in Toscana continuano a esistere almeno otto edifici in attesa di demolizione. È la denuncia di Legambiente Toscana. L’associazione segnala cinque ecomostri veri e propri e tre casi di edifici abusivi. Tra i primi c’é lo «spalmatoio» di Giannutri (Grosseto), immobili in cemento armato per 11 mila metri cubi, in completo abbandono dagli anni ’80; il centro servizi di Procchio (all’isola d’Elba), scheletro di cemento sotto sequestro dal 2003; il «vinosauro» di Radda in Chianti (Siena), ex cantina sociale mai portata a termine dagli anni ’70; l’ex hotel Paradiso a Montecatini Terme (Pistoia), confiscato nel ’96 perché rientrava nel patrimonio di una società controllata dalla banda della Magliana; l’Idit di Siena, un grosso «cilindro» che svetta in località Isola d’Arbia. Tre, invece, per Legambiente i casi più eclatanti da edifici da demolire: le villette vicino a Fiesole, scoperte nel 2004 in una zona sottoposta a vincolo paesaggistico e ambientale; la villa costruita sul Monte Morello, a Sesto Fiorentino, di cui il Tar in primo grado ha già dato ragione al Comune circa l’apportunità di abbattimento; le 12 villette abusive a Campagnatico (Grosseto), scoperte dalla guardia di finanza nel 2007. «L’ultima Finanziaria del Governo Prodi – ha spiegato il presidente di legambiente Toscana Piero Baronti – aveva previsto in tutto 45 milioni di euro per l’abbattimento degli ecomostri: con il decreto sull’Ici sono spariti». «I tagli – ha aggiunto il parlamentare del Pd Ermete Realacci – non incidono solo sugli ecomostri, ma anche su altri temi ambientali, come per esempio i trasporti pubblici locali. Non dimentichiamo inoltre che, quando si annunciano condoni l’abusivismo cresce, mentre con gli abbattimenti dello scorso anno, uniti alla mancate sanatorie, l’abusivismo ha toccato il minimo storico». Per Erasmo D’Angelis, presidente della commissione territorio e ambiente del Consiglio regionale, «con l’approvazione del Piano di indirizzo territoriale la Toscana ha fatto molto, e ha tagliato di netto milioni di metri cubi di cemento».