Toscana
Ecco cosa chiedono i giovani alla Regione
di Francesca Franciolini
Pace, legalità, futuro. Ma soprattutto giovani. Questi i temi principali toccati durante «TantaTinta. La Toscana con i giovani, per i giovani», incontro organizzato dalla Regione Toscana, che si è svolto lo scorso 6 giugno al «Viper Theatre» di Firenze, per mettere a confronto i giovani e le istituzioni. Un momento di scambio di opinioni, un’occasione per i ragazzi toscani di essere protagonisti e di avere le risposte a tante domande, direttamente dalla voce del presidente della Regione Claudio Martini.
Nel corso dell’incontro sono stati presentati anche i 186 progetti studiati dalla Regione in tema di politiche giovanili, per i quali sono stati stanziati oltre 5 milioni di Euro. Il pomeriggio si è svolto in un’atmosfera intima ed informale, intervallata dagli sketch di una compagnia di attori, la Lega Improvvisazione Firenze e finita con aperitivo e musica. Ad aprire l’evento Gianni Salvadori, assessore alle politiche sociali e sport della Regione, che ha posto l’accento sulla necessità di mettere la politica giovanile al centro dei dibattiti attraverso un «lavoro costante, determinato e chiaro», per far rinascere nei nostri ragazzi la speranza di un futuro migliore. L’assessore si è dichiarato contrario alla rappresentazione negativa che i media danno dei giovani d’oggi: i giovani non sono solo bullismo e sballo, molti di loro rappresentano realtà positive, importanti, che devono essere coltivate e sulle quali si deve investire per il bene di tutti. Il suo intervento si è chiuso con una frase significativa, che riassume in poche parole il pensiero e l’atteggiamento adottato dalla Regione nei confronti dell’argomento giovani: «I soldi stanziati per i progetti sulle politiche giovanili non sono spesi male, servono per costruire un futuro migliore”.
Dopo le parole di Salvadori è stato letto un documento intitolato «La pace: una scelta di vita», creato dai ragazzi in occasione dell’incontro. Il documento parla delle guerre nel mondo e dei problemi della Toscana, chiamata ad assumersi la grande responsabilità di «ricostruire un’accoglienza che metta al centro il rispetto e la dignità, uniti ai diritti e doveri di tutti», grazie anche al coinvolgimento attivo dei ragazzi. A seguire, il dibattito vero e proprio, al quale hanno partecipato ragazzi rappresentanti di varie associazioni (Opera «Giorgio la Pira», Rondine città della Pace, Unicoop, Agesci, Arci e altre) che ponevano le domande e i rappresentanti delle istituzioni (il presidente della Regione Martini, l’assessore alla cooperazione internazionale, perdono e riconciliazione tra i popoli Massimo Toschi e don Luigi Ciotti) che rispondevano.
Ma cosa chiedono i giovani alla Regione Toscana? Chiedono sicurezze ed appoggio per le proprie associazioni, per continuare a portare avanti progetti importanti, come campi di lavoro, viaggi umanitari, esperienze interculturali, missioni di pace, appoggio che Martini rinnova. Chiedono se esiste ancora un bene comune da perseguire, in un clima di generale sfiducia nel futuro e nella politica. Martini individua il bene comune come condizione nella quale c’è un risultato per ognuno di noi e per la collettività, un bene comune che, dice, in Toscana è più radicato rispetto ad altre realtà, anche se non manca una cultura negativa di bene personale.
Chiedono quali sono i progetti della Toscana in tema di giovani, cosa ne pensa la Regione dei suoi ragazzi, cosa intende fare per sensibilizzarli sempre di più. Il Presidente si dice felice dei giovani toscani, ha un pensiero ottimista su di loro e sul loro futuro, è contento che ci siano tante realtà positive alle quali partecipano in molti attivamente e che verranno sviluppate, anche per sensibilizzare altri giovani.
Si parla anche di attualità, soprattutto di immigrazione ed extracomunitari, attraverso le domande di alcuni ragazzi stranieri venuti in Toscana per studio o lavoro. Alla domanda «come si pongono le istituzioni toscane a fronte della propaganda mediatica che rischia di creare un clima razzista?» il presidente Martini risponde che si può reagire solo con fermezza, con la serenità di un pensiero di pace e con una battaglia per la difesa dei diritti e della sicurezza. Per questo ci vogliono semplicemente regole che funzionino, che siano rispettate e un’apertura mentale alle diversità. Perché la sicurezza è un diritto, ma anche l’integrazione lo è.
Sul tema immigrazione si fa sentire anche Don Ciotti, che si dichiara assolutamente contrario alla proposta di legge sul reato d’immigrazione clandestina, che a suo parere colpirà solo i poveri. Don Ciotti parla del lavoro della sue associazioni Abele e Libera con forza e passione, poi affronta il tema giovani affermando un’importante concetto: «la società si occupa dei giovani ma non se ne preoccupa». I giovani ci sono, hanno la buona volontà, tocca alla politica il compito di creare le condizioni perché tutti diventino attori di vita, perché possano costruirsi un futuro migliore.