Opinioni & Commenti

E se l’«Eroe dei due mondi» diventasse paladino dei «Pacs»?

di Marco LapiPoveri noi: ci toccherà sentirne parlare anche all’inizio del Giro d’Italia, che per celebrarne il secondo centenario della nascita prenderà il via dal luogo della morte. Comunque sia, dopo averne sorbito il mito fin dai primi anni di scuola, quando l’uso della ragione non è ancora consolidato e lo spirito critico men che mai, dovremo proprio abbeverarci ancora per un intero anno alla figura più celebrata del Risorgimento.

Infatti, anche se l’anniversario cadrà il 4 luglio (come da titolo di un famoso film, fortunatamente non dedicato a lui), il 2007 ci ha già offerto fin dai primi di gennaio paginate sui giornali cui volentieri ci associamo, con alcuni autorevoli contributi. Ma solo per rimettere in chiaro certe cose, lasciando le incensazioni agli ambienti massonici e anticlericali che lo possono additare, loro sì, a fulgido esempio. E non solo loro: anche i sostenitori, diciamo così, di un amore senza troppi vincoli potrebbero a buon diritto farne una bandiera se è vero, come pare, che l’orecchio sinistro gli fu staccato in Sudamerica dal morso di una ragazza che aveva tentato di violentare; che Anita, per seguirlo, abbandonò il marito ferito proprio dalle «camicie rosse»; che nel 1860, scomparsa l’amata, il Generale sposò e ripudiò nello stesso giorno la marchesina Giuseppina Raimondi, mentre dopo l’annullamento di questo strano matrimonio, ottenuto nel 1879, impalmò – ormai prossimo alla morte – Francesca Armosino, dalla quale intanto aveva avuto altri figli.

Chissà se anche alla vita amorosa dell’«Eroe dei due mondi», altrettanto «garibaldina» di quella militare, qualcuno dedicherà un convegno o un seminario di studi. Magari per sostenere che oggi, sicuramente, il nizzardo sarebbe stato un paladino dei «Pacs»…

LO SPECIALE: 2007, l’anno in camicia rossa

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