Nelle pregevoli sale di Palazzo Collacchioni a Sansepolcro, fino al 30 settembre è visibile la mostra «Indediti storici su Piero: le opere pittoriche e il de prospectiva pingendi». L’iniziativa è stata portata avanti dal centro studi «Aboca Museum», che nell’occasione espone tutte le attività riguardanti Piero, approfondite negli ultimi tre anni. La mostra è articolata in tre sezioni. Nella prima sezione viene presentato il fac-simile del manoscritto inedito De prospectiva pingendi, custodito presso la Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia, corredato dall’esposizione della riproduzione di disegni autografi di Piero più significativi. Completano questa sezione il fac-simile ed alcune illustrazioni del Riccardiano 106, un codice che contiene alcune opere di Archimede, oggetto di studio da parte di Piero.La seconda sezione presenta una rilettura storico-critica delle opere pittoriche di Piero della Francesca nell’Alta Valle del Tevere: la Resurrezione, la Madonna del Parto, il Battesimo ed altre ancora. Di alcune verranno messe in luce le modificazioni e le alterazioni da esse subite nel corso del tempo. Sono ospitate inoltre opere di artisti contemporanei il cui tema iconografico ha attinenza a quello trattato da Piero: prima fra tutte La Crocifissione di Alberto Burri, anteprima del viaggio per eccellenza, che simboleggia il viaggio delle tante opere e scritti di Piero che hanno portato la cultura di questa terra in giro per il mondo.Nella terza sezione viene presentata la nuova ed affascinante opera di Sergio Bovenga. Si tratta di una sfera che consente una nuova percezione visiva: le immagini poste al suo interno si riflettono sulla sua superficie interna con effetti tali da aprire nuovi scenari di analisi prospettica. La sede dove è stata allestita questa mostra non è stata scelta casualmente: al suo interno infatti vi è custodita una copia dell’affresco, eseguita nei primi anni del ‘900, dal tifernate Elia Volpi, dell’Ercole di Piero della Francesca, proprio laddove per un certo periodo è stato collocato l’originale prima che prendesse la via di Boston, dove oggi è conservato nell’Isabella Steward Gardner Museum. Questa prestigiosa iniziativa ha risvegliato tra le altre cose una leggenda, ovvero quella secondo la quale l’originale opera di Piero sia proprio quella in via Aggiunti, mentre a Boston sarebbe andata solo una copia. Ma non ditelo agli americani.E’, intanto, Sansepolcro vive una stagione da sogno. La mostra «Piero della Francesca e le corti italiane» che ha come tappa anche il capoluogo della Valtiberina sta portando in città turisti da tutto il mondo. E’ la conferma che l’arte di Piero e la storia di Sansepolcro sono di fatto inseparabili e qui è possibile toccare con mano il paese che ha forgiato la mente di un genio il cui ruolo principale è stato quello di unificare la lingua figurativa delle capitali dell’Italia nella seconda metà del Quattrocento. I visitatori restano affascinati dal borgo che, nonostante le trasformazione, si presenta ancora con la sua fisionomia in grado di richiamare alla mente l’età di Piero. Come a dire che la cultura è la vera scommessa per il futuro.di Lorenzo Canali