Dossier

E Poggio a Frascole val bene una visita

Per scegliere uno fra gli itinerari archeologici disseminati sul territorio della provincia di Firenze non c’è che l’imbarazzo della scelta. Ma noi vogliamo proporvene uno davvero caratteristico, importante, non conosciutissimo dai fiorentini ma davvero fra i più gettonati dagli stranieri, che «bazzicano» le nostre campagne soprattutto in questo periodo estivo. La località Poggio di Frascole, nel comune di Dicomano, rappresenta uno dei principali complessi archeologici del Mugello e della Val di Sieve, nonché l’unico dove l’indagine si sia potuta svolgere, soprattutto nell’arco di ormai oltre un decennio, con relativa continuità, accompagnata inoltre, fin dall’inizio, da un progressivo e sistematico restauro delle strutture archeologiche, in vista di una futura fruizione pubblica. Tale opera di sistemazione è pressoché ultimata e il complesso è comunque visitabile. Dal 1° giugno intanto sono ripartiti i lavori (dureranno un mese circa) suddivisi in due fasi: lo scavo scientifico e il restauro delle strutture esistenti.

Il luogo, a una trentina di chilometri da Firenze, era già noto archeologicamente dalla fine del secolo scorso, per il ritrovamento di reperti sporadici, ma altamente significativi, quali una serie di frammenti ceramici con iscrizioni etrusche. C’era inoltre notizia, dalle fonti letterarie e d’archivio, della passata esistenza, nel sito, di una chiesa dedicata a San Martino, che risultava già presente nella seconda metà del XIII secolo, e si sapeva intenzionalmente demolita nel 1465, per essere ricostruita più a valle, nella località propriamente dette Frascole, ove tuttora si trova: sulla esatta ubicazione di essa, però, non si aveva precisa indicazione, anche se pareva logico supporla sulla sommità del poggio. I risultati di una accurata e capillare ricerca di superficie, condotta negli anni ’60 dal Gruppo archeologico dicomanese, portarono, nel 1972, ai primi saggi esplorativi da parte della Soprintendenza archeologica per la Toscana; a partire dal 1978, infine, campagne sistematiche di scavo e restauro si sono succedute a cadenza pressoché annuale, portando all’acquisizione di un notevole patrimonio.

La chiesa medievaleLa presenza della chiesa è stata pienamente confermata dall’esplorazione archeologica: essa però non si trova sulla sommità vera del poggio, bensì su un’area pianeggiante attigua, sulla parte Sud. Si tratta di una struttura a pianta rettangolare, di modeste dimensioni, fornita però, almeno in una delle sue fasi di vita, di un piccolo sagrato lastricato in pietra. Al di sotto della chiesa stessa, e sul rilievo soprastante, si stendeva la relativa area cimiteriale, composta di semplici sepolture nella terra, alcune con pietre e laterizi posti a protezione della testa, quasi tutte sprovviste di un purché minimo corredo. La struttura etruscaLo scavo della sommità del poggio ha messo in luce un’imponente struttura, a pianta rettangolare, costruita a secco con blocchi e lastre di arenaria, con una tecnica che ricorda da vicino quella delle grandi cinte murarie etrusche quale ad esempio quella della vicina Fiesole. La natura di tale ponderoso recinto di terrazzamento non è ancora del tutto chiara. Una prima ipotesi vi ravvisava – sulla base della forma, dell’orientamento e delle dimensioni – il podio di un grande tempio. Più probabilmente dovrebbe trattarsi di una sorta di residenza fortificata, appartenente ad una grande famiglia gentilizia rurale, ossia quei Velasna di cui si sono rinvenute sul luogo abbondanti testimonianze epigrafiche. Ulteriori scavi potranno in ogni caso chiarire meglio la situazione, specie in relazione anche ad una serie di strutture minori, già in parte individuate al di sotto della chiesa.

Che tutta la zona di Frascole possa essere ancora feconda di nuove scoperte, è dimostrato da una serie di notizie e dati già raccolti e che tuttora si vanno raccogliendo molti dei quali per opera del Gruppo archeologico dicomanese. Come la tomba a tumulo (attualmente è segnalato il percorso per visitarla) scoperta da Giuseppe Ancarani nel 1986 durante i lavori al metanodotto nelle vicinanze dello scavo vero e proprio.

Gli scavi di San Martino a Poggio sono aperti la domenica e i festivi, dal lunedì di Pasqua alla terza domenica di ottobre. Orario: mattina 10-12; pomeriggio 15-18.Agosto: mattina 10-12; pomeriggio 16-19. Negli altri giorni sono previste visite su appuntamento telefonando al Comune di Dicomano: 055-838541. • A spasso sulle orme degli antenati• Pisa e Volterra, giacimenti di «ricordi»• Tra le Apuane e la Lunigiana alla «ricerca» delle Statue-Stele• La costa, prezioso scrigno da scoprire• Lucchesia e Garfagnana dall’anfiteatro alle terme• I Parchi della Val di Cornia• Da Populonia a San Silvestro sulle vie del ferro e dei minerali• Maremma, il fascino della Terra del tufo• Prato e le nuove scoperte dell’area di Gonfienti• Pistoia, origini e storia urbana• Siena e dintorni: crete, valli e città in un ambiente da sogno• Arezzo e i «meloni» in quel di Cortona