Dossier
E Pisa si scoprì capitale dell’occulto
La fiera mercato nazionale di magia fino all’11 gennaio al Palacongressi di Pisa frena sui prezzi e cerca di riprendersi dal danno all’immagine sollevato con le recenti denuncie di Striscia la notizia. Il settore barcolla? Macché. Gli operatori dell’occulto plaudono alle inchieste del programma di Ricci e commentano: «Certi colleghi dovrebbero essere messi al bando».
Il padiglione di cartomanti e sensitive allestito all’interno del palazzo universitario, è buio. Un filo di luce esce dalle tendine che proteggono gli operatori. Abbondante è invece l’incenso che quasi ipnotizza il visitatore. A ogni stand annunci mirabolanti. Mara è una «medium, sensitiva, scrittrice, pranoterapeuta, lottologa» pochi leggiamo hanno ufficialmente sentito parlare di lei, molti l’hanno segretamente conosciuta, e possono testimoniare le sue grandi doti di medium. In calce una ventina di nomi di battesimo. Ci viene il dubbio: saranno veri? Silvana, di Livorno, «vede e distingue per te attraverso le tenebre del dubbio» e promette: «ricerchiamo insieme la felicità». Meno male c’è Agar, altra sensitiva labronica: «usa i suoi poteri per portare speranza e gioia a coloro che non ne hanno più». Barbara, di Cesena (sensitiva, cartomante, lettura dei nastri) è una collega. «Come mi sono avvicinata a questo mondo? Studiando Yung, l’ebraico, col desiderio di portare un servizio agli altri».
Al gran bazar di «tra sogno, magia e mistero» trovi di tutto: chi ti legge la mano, chi da i numeri, chi ti dice come sei leggendo il fondo del caffè, chi identifica la tua aura (tutti i viventi sono immersi in una parte di materia ionizzata ci dicono immortalarne il colore serve a leggere le tue caratteristiche). Trovi pendoli, penne ottiche per cromopunture, pietre, libri, persino fate e folletti in porcellana.
C’è poi il punto informazioni degli ufologi: l’associazione culturale StarGate Toscana chiede di compilare un questionario. Leggiamo: «Hai mai avuto l’impressione di aver già vissuto in precedenza?» Lasciamo perdere e torniamo tra i cartomanti.
Due giovani fidanzati hanno appena chiesto lumi sull’amore dallo stesso cartomante, versando trenta euro a testa. Si mostrano entusiasti e fiduciosi sul loro futuro. Non avrebbero potuto parlare tra loro?
Sono diciassette anni che la fiera mercato nazionale di magia vien fatta a Pisa. I suoi promotori, i titolari di due agenzie pubblicitarie, hanno fiutato l’affare e forse un po’ ci credono. Diciassette ma non è un numero negativo si affrettano a spiegare gli addetti ai lavori: nei tarocchi, corrisponde alle stelle, che nella giusta posizione significa incontro, cambiamento, novità.
Ci allontaniamo. Un passo oltre il palazzo dei Congressi ci domandiamo: di là da falsi scimmiottamenti (uso di simboli che comunemente troviamo nelle celebrazioni eucaristiche) che cosa c’entra tutto questo con Dio e la nostra fiducia in Lui?
Magia e religione sono due realtà ben distinte. Lo spiega bene la nota dei vescovi toscani («A proposito di magia e demonologia»): la religione fa riferimento diretto a Dio e alla sua azione; la magia presuppone di credere all’esistenza di forze occulte che influiscono sulla vita dell’uomo e sulle quali l’operatore (o il fruitore) pensa di poter esercitare un controllo. E i maghi operano in opposizione a Dio. Molti passi biblici ci mostrano come la magia si opponga al suo volere. Mosé ed Aronne vanno dal faraone per chiedere la liberazione degli Israeliti, ma sono contrastati dai maghi (Es 7-8). Nel Nuovo testamento Paolo e Barnaba impegnati nella evangelizzazione, vengono contrastati da un mago sull’isola di Cipro (At 13, 6-8). La Bibbia ci narra anche avvenimenti che dimostrano la superiorità di Dio sulle forze oscure che la magia e la divinazione cercano di suscitare. Nel libro dell’Esodo Dio umilia il faraone d’Egitto e i suoi maghi, che dopo la seconda piaga non riescono più a imitare con le loro arti magiche i suoi interventi. Nel Nuovo testamento Paolo mette a tacere una schiava indovina, posseduta da uno spirito maligno che la fa divinare: nel nome di Gesù caccia lo spirito di divinazione (At 16, 16-18). Cosa dice il Catechismo della Chiesa cattolica lo si può leggere nell’articolo di Folena.
Ma come si fa a diventare maghi o fattucchieri? Raul Salvucci, sacerdote diocesano ed esorcista in Indicazioni pastorali di un esorcista (editrice Ancora) distingue tra «veri professionisti che agiscono con proprietà ed efficienza ed il sottobosco degli improvvisatori che a volte sono autentici imbroglioni». Per i professionisti, l’accesso alla categoria può avvenire attraverso una consacrazione o il passaggio del potere e del libretto da una persona all’altra. Gli improvvisatori sono spesso i manovali dei più potenti, li aiutano ad estendere in zone più vaste la loro attività e a nascondersi meglio.
Qualcuno parla di un ordine professionale, di certo c’è un sindacato di operatori dell’occulto che fa riferimento alla Cisl. Di certo il movimento spiritico ha un impensabile esercito di afecionados. Alcuni anni fa Armando Pavese (Come difendersi dai maghi, edizione Piemme), solo consultando le pagine gialle, trovò diverse migliaia di operatori.
Un conto preciso è difficile farlo. Né il nostro censimento può far fede solo su quanti pubblicizzano la loro attività. Anche perché, se diamo ragione a Silvana Radoani (Satana e dintorni, edizioni Edb) «nessun mago che si fa pubblicità attraverso i mass media conosce veramente la magia».
Per farsi un’idea di tutto quello che ruota intorno ai movimenti magici, dallo spiritismo al satanismo può essere utile leggersi Il cappello del mago (Sugarco Edizioni) di Massimo Introvigne del Centro studi sulle nuove religioni. Dobbiamo fare una distinzione tra magia bianca e magia nera? L’esorcista don Gabriele Amorth, intervistato domenica scorsa da Paolo Bonolis a «Domenica in» afferma di non credere a questa distinzione.
Se il funesto 2004 mi porterà il raffreddore
A proposito di magia e demonologia (Nota pastorale 1° giugno 1994)