Opinioni & Commenti
E per il neonato arriva, all’unanimità, il «battesimo laico»
di Umberto Folena
Avesse avuto fin dall’inizio la stessa intraprendenza e creatività che sta dimostrando alla fine, il Consiglio comunale di Firenze avrebbe strabiliato. La Festa del neonato (votata addirittura all’unanimità) è una pensata strappa-applausi, roba da mettere in cantiere un figlio apposta per parteciparvi. Fin dall’approccio: abbiamo il matrimonio civile, il funerale civile, ma la nascita civile no.
Dunque inventiamola. I cattolici non si agitino, nessuna concorrenza con quella vecchia festa in disuso che si chiama Battesimo e riguarda sì una maggioranza di cittadini neonati, ma sempre di meno. La Festa sarà officiata dall’equivalente laico del parroco, il presidente del Quartiere; niente padrini né acqua santa né benedizioni; così come il Battesimo sancisce l’ingresso del neonato nella famiglia della Chiesa, la Festa sancirà «il riconoscimento pubblico del neonato quale nuovo cittadino».
Finora, il primo segnale che avvertiva noi genitori che le istituzioni si erano accorte del loro nuovo, piccolo cittadino, era l’arrivo per posta del codice fiscale: il bimbo non parla, non cammina, non sa far di conto, ma è già un potenziale contribuente, o evasore. Molto romantico.
Con la Festa cambia tutto. Ai neonati verrà spiegato che hanno dei diritti. Vediamo: il diritto all’asilo nido per tutti, ma certo; il diritto al quoziente familiare per l’Irpef di mamma e papà, sicuro; l’abbattimento delle barriere che impediscono alle carrozzine di vivere la città, la tolleranza zero verso gli automobilisti che intasano i marciapiedi e non danno la precedenza sulle strisce soprattutto ai neonati accompagnati; il diritto dei bambini a un’informazione e a uno svago a loro misura, rispettosi delle loro abilità critiche e della loro sensibilità; il diritto a non essere stressati dalla pubblicità invasiva.
C’è da commuoversi. Il Battesimo è un atto d’amore. Non vorremmo che, alla fine, la Festa rischiasse di essere un atto di dolore.