Arezzo - Cortona - Sansepolcro

E ora i catechisti non sono più soli.

La strada è l’immagine che il Vescovo ha usato nella sua lettera scritta ai ragazzi della Cresima nel 2008. E la strada è stata anche il filo conduttore del suo incontro con tutti i ragazzi della diocesi che si è svolto il 27 aprile a San Leo. E la strada è l’immagine che bene rappresenta il «luogo» della catechesi oggi.La strada è la vita, la storia, le situazioni dei ragazzi e delle loro famiglie oggi, quella strada fatta con passi malfermi o decisi, percorsa con allegria o con fatica, vissuta con gioia o con dolore. In questa strada, con questi passi, il catechista è chiamato ad essere testimone, maestro e guida; è chiamato a farsi compagno di viaggio, stando accanto, ascoltando e annunciando la buona notizia, di generazione in generazione. Tutto questo ogni catechista è chiamato ad essere, nonostante tutti i suoi limiti, con l’aiuto dello Spirito Santo«Oggi la Chiesa è invitata da Dio e dagli avvenimenti, che sono altrettanti appelli da parte di Dio, a rinnovare la sua fiducia nell’azione catechetica come in un compito primordiale della sua missione. Essa è invitata a consacrare alla catechesi le sue migliori risorse di uomini e di energie, senza risparmiare sforzi, fatiche e mezzi materiali, per meglio organizzarla e per formare un personale qualificato» (CT 15). Di fronte a questo compito il catechista si sente spesso impreparato ed inadeguato. Forse troppo spesso ciò che ogni catechista sente nel proprio cuore di dover fare, si scontra con la carenza di formazione. Le domande più frequenti che egli si pone sono: «Come parlare ai ragazzi di Gesù? Come riuscire ad interessarli? Come avvicinare e coinvolgere le famiglie? Cosa fare per evitare che si allontanino dopo aver ricevuto la Cresima?».Per essere fedeli a ciò che il Rinnovamento della Catechesi indica, i catechisti sono tenuti alla «fedeltà alla parola di Dio e fedeltà alle esigenze concrete dei fedeli». In altri termini alla fedeltà a Dio e alla fedeltà all’uomo; e per mettere in pratica questo principio fondamentale occorre avere ben presente e riuscire a mediare tra il contenuto della catechesi, i soggetti a cui è rivolta, gli ambienti dove avviene, i modi e le tecniche con cui è proposta.Ed è a questa esigenza, sempre più pressante, che si è ispirato e ha teso il lavoro svolto dall’Ufficio catechistico diocesano con i catechisti di tante parrocchie, nell’anno catechistico che sta volgendo al termine. Riconoscere l’importanza della programmazione, la necessità di creare esperienze di gruppo, la consapevolezza che troppo spesso gli sforzi catechistici non sembrano avere un’adeguata incidenza sulla vita dei ragazzi, ha spinto molte parrocchie a richiedere i corsi di formazione per i propri catechisti. A questo l’Ufficio catechistico diocesano ha risposto proponendo vari percorsi di formazione: un corso-base in 4 o in 6 incontri; un corso sui Sacramenti; un corso dal tema Il catechista incontra la Parola di Dio.In alcune parrocchie sono stati fatti incontri con le famiglie e con i genitori che hanno chiesto il Battesimo per i loro bambini. In ogni incontro i catechisti hanno accettato di essere parte attiva, si sono messi in gioco, si sono resi disponibili al confronto, alla ricerca in comune, al mettersi in discussione e il lavoro che ne è scaturito ha portato sicuramente dei frutti: il non sentirsi soli ad affrontare un compito che nella nostra società è sempre più difficile, l’approfondire le tematiche, il ricercare metodi e tecniche di comunicazione più efficaci e incisivi, e soprattutto scoprire l’importanza del lavorare insieme in un’ottica ecclesiale. Il metodo del laboratorio, inoltre, ha fatto sì che i catechisti trovassero in se stessi e facessero emergere quelle capacità, competenze e conoscenze, che avevano acquisito negli incontri e nella loro stessa esperienza catechistica.Ma il catechista è sempre in cammino, appunto per strada dove è mandato da Dio e accompagnato dal suo Spirito per incontrare le persone e recare loro la buona notizia. In questo senso e con questa convinzione vogliamo ringraziare tutti quei catechisti, che per tante sere hanno lasciato le proprie case, le famiglie e gli impegni, per partecipare agli incontri di formazione. Di fronte ai grandi problemi dell’evangelizzazione in un mondo che cambia, tutto questo è forse una piccola cosa, un piccolo passo avanti, ma è sicuramente il segno che c’è una sempre più grande necessità di vivere l’esperienza di Chiesa in uno spirito di ricerca e di condivisione. E questa ricerca nel cammino di fede e di evangelizzazione allo stesso tempo non finisce mai, mai si può dire concluso. Le generazioni cambiano, si susseguono, ma la domanda dell’uomo resta sempre e sempre la Chiesa ha bisogno di uomini e donne disposti ad annunciare il Vangelo.L’equipedell’Ufficio catechistico