Arezzo - Cortona - Sansepolcro

E nel cortonese crescono gli abitanti

Crescono gli abitanti del cortonese. I dati forniti dal Comune indicano un esiguo incremento della popolazione (32 residenti in più) al 31 dicembre 2006: 22.592 residenti contro i 22.560 dell’anno precedente. Aumentano anche le nascite (più 7,52%) rispetto al 2005. Nel 2006 abbiamo avuto 143 nascite (più 10), mentre diminuiscono i decessi (meno 26) rispetto all’anno precedente.Distinti per zona di appartenenza, i residenti sono così distribuiti: 7.077 a Camucia, 4.410 a Terontola, 2.571 a Cortona, 2.564 nella Valdichiana ovest, 1.611 nella Valdichiana nord, 1.554 nella Val d’Esse, 1.256 nella Val di Loreto, 900 nella Val di Perle, 649 nella montagna cortonese.Quanti sono gli stranieri? Sebbene sia leggermente diminuito il flusso degli immigrati (413 nel 2006 contro i 430 del 2005), gli stranieri regolarmente residenti nel comune risultano ben 1.607 (7,11% della popolazione cortonese) in rappresentanza di 64 nazionalità: i più numerosi sono gli albanesi (344 persone), seguiti dai marocchini (250), dai rumeni (240), quindi da altre minori entità. Distribuiti per zone, gli stranieri regolari risultano in numero di 635 a Camucia, 222 a Terontola, 198 a Cortona, 133 nella Valdichiana ovest, 130 nella Val d’Esse, 117 nella Val di Perle, 71 nella Val di Loreto, 65 nella montagna cortonese, 36 nella Valdichiana nord.Evidentemente in queste cifre sono compresi anche gli stranieri «di lusso» (inglesi, tedeschi, americani, svizzeri, ecc.), che ormai da tempo hanno acquistato e ristrutturato i vecchi casolari della campagna e delle colline cortonesi. «Un numero così alto di stranieri – osserva il sindaco Andrea Vignini – ha posto un problema nuovo di integrazione, con evidenti riflessi sociali e religiosi, con molti ragazzi che frequentano le scuole primarie del territorio, con molti immigrati che occupano posti nelle imprese edili e nelle aziende agricole della zona. È una nuova sfida che la nostra realtà sociale ci impone di affrontare». Adesso Cortona guarda ad un futuro multiculturale dove, però, non vanno perse le radici cristiane che hanno attraversato due millenni di storia della città etrusca.