Cultura & Società

È morto Sergio Lepri, l’ex direttore dell’Ansa aveva 102 anni

Decano dei giornalisti italiani, il suo insegnamento cardine è sempre stato quello di dividere sempre i fatti dalle opinioni. Era nato nel capoluogo toscano il 24 settembre 1919.

Dopo aver studiato al Liceo Michelangiolo di Firenze e dopo essersi laureato in Filosofia all’Università degli Studi di Firenze nel 1940, divenne sergente di fanteria durante la Seconda guerra mondiale. Dopo l’8 settembre del 1943 entrò nella Resistenza prima col Partito d’Azione, poi col Partito Liberale. Nel 1943-44 ebbe la sua prima esperienza giornalistica, redigendo il giornale clandestino del PLI fiorentino, «L’Opinione». Nel 1944, dopo la liberazione di Firenze (11 agosto), fu eletto segretario cittadino del PLI, da cui uscì per fondare il movimento della Sinistra Liberale. Nel 1945 entrò nella redazione del quotidiano La Nazione del popolo, organo del Comitato toscano di liberazione nazionale. Qui fece il praticantato e nel febbraio 1946 divenne giornalista professionista. Continuò a lavorare come redattore nel quotidiano fiorentino, che nel 1947 mutò testata nel «Mattino dell’Italia centrale», poi ancora nel 1954 diviene «Giornale del Mattino». Lepri fu redattore capo, durante la direzione di Ettore Bernabei, fino al 1956. Nel 1957 è nominato portavoce di Amintore Fanfani, segretario nazionale della Democrazia Cristiana, e nel 1958-59 Capo del Servizio stampa della presidenza del consiglio con Fanfani presidente. Nel settembre 1960 è assunto dall’ANSA (società cooperativa fra i quotidiani italiani), di cui diventa condirettore responsabile nel gennaio 1961 e direttore responsabile nel gennaio 1962. Ha lasciato l’agenzia il 15 gennaio 1990. Dal 1988 al 2004 Sergio Lepri è stato docente alla Luiss: ha insegnato Linguaggio dell’informazione e tecniche di scrittura nella Scuola superiore di giornalismo della Facoltà di scienze politiche.

“Esprimo a nome di tutto il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti il cordoglio per la scomparsa di Sergio Lepri, storico direttore dell’agenzia Ansa e maestro del giornalismo italiano”. Lo afferma il presidente dell’Ordine dei Giornalisti, Carlo Bartoli. “Non ha mai smesso di essere giornalista, sempre attento all’evoluzione e alle innovazioni della nostra professione, sempre disponibile ad incontrare i giovani praticanti per trasmettere loro i fondamenti del mestiere – prosegue Bartoli -. Ho vivissimo il ricordo dell’ultimo incontro con lui, a Firenze in Palazzo Vecchio, in occasione della cerimonia di premiazione alla carriera per i suoi cento anni. Infaticabile, dal tratto gentile ed acuto, è stato il punto di riferimento per tante generazioni di giornalisti. Siamo vicini alla sua famiglia, ai suoi figli, i colleghi Maria, Paolo e Stefano, ed a tutti coloro che hanno lavorato al suo fianco. Serbiamo di lui il ricordo di una persona di grande spessore umano, culturale e professionale.”

“Sergio Lepri è stato uno dei massimi giornalisti italiani, esempio luminoso di un giornalismo retto e rigoroso che non dovrebbe mai passare di moda ma anzi essere viatico per le nuove generazioni di reporter”. Lo afferma il sindaco di Firenze Dario Nardella che aggiunge: “Nel 2019 lo abbiamo accolto a Palazzo Vecchio per festeggiarlo in occasione dei suoi 100 anni alla presenza dei vertici dell’Agenzia Ansa, da lui a lungo diretta. Con lui si sono formati e hanno lavorato tantissimi giovani giornalisti che in quell’occasione non mancarono di essere presenti e di dimostrare il loro affetto”. “In un tempo così frenetico e difficile, dove le notizie spesso si rincorrono senza soste e le fake news abbondano – continua – è sempre più difficile discernere la buona dalla cattiva informazione. Eppure della prima abbiamo un bisogno estremo e il giornalismo di Lepri, così sobrio, rigoroso, così attento ai fatti e non al clamore – conclude il sindaco -, è la via maestra da seguire”.