Prato

E l’oratorio si trasforma in un’impresa sociale

di Damiano FedeliL’oratorio diventa impresa. Un’impresa sociale. Trasformare realtà di volontariato in piccole aziende che assicurino servizi a parrocchie e comunità è lo scopo del progetto NOI (Nuove opportunità imprenditoriali-Imprendicoop) organizzato da Irecoop e Ial Toscana, enti formativi rispettivamente di Confcooperative e Cisl, col sostegno della diocesi di Prato, di quella di Fiesole e delle stesse Confcooperative e Cisl. È un progetto interregionale che coinvolge anche quattro diocesi umbre (Perugia, Terni, Spoleto-Norcia e Città di Castello) partite già da circa un anno e che ora valutano i primi risultati. Che cosa si vuole realizzare? «Lo scopo è quello di valorizzare le realtà di aggregazione e di associazione del volontariaro cattolico», spiega Angelo Cornacchia, di Ial Toscana. «In un mondo in continua evoluzione anche le parrocchie si possono considerare fornitori di servizi in molti campi: dalla gestione degli oratori, a quella dei musei, all’assistenza sociale. Servizi basati sul volontariato e quindi soggetti a una possibile discontinuità. Bene, ci siamo detti, perché non diamo la possibilità di costituire delle piccole imprese, delle cooperative sociali, così da avere una struttura più organizzata e un servizio di qualità, oltre che opportunità lavorative per tanti giovani?». Ecco dunque l’idea, che in Umbria ha già dato vita a quattro cooperative che gestiscono oratori, dando impiego a una trentina di giovani, soprattutto ragazze. Come si articolerà da noi questo progetto? È già in atto una ricognizione sul territorio diocesano pratese (e su quello fiesolano) per verificare lo stato dell’arte dei servizi e delle imprese sociali. «Lo scopo – spiega Marco Pippolini di Irecoop Toscana – è quello di creare una rete di sinergie in diocesi per creare un humus che supporti questa iniziativa». Dalla ricognizione emergeranno le realtà diocesane che hanno la possibilità di diventare impresa sociale, preferibilmente nella forma più snella della cooperativa. Da queste verranno fuori le persone che frequenteranno gli indispensabili corsi di formazione, gratuiti e a frequenza obbligatoria (scadenza dei bandi il 10 luglio), previsti dal progetto: qui a Prato ne verrà organizzato uno di «Cultura cooperativa per neoimprenditori cooperatori», uno per «Tecnico qualificato nei servizi di assistenza rivolti alle marginalità sociali», uno per «Addetto all’assistenza di base». Oltre a questi ce ne sarà uno, con sede a Firenze, teso a formare «Dirigenti, quadri e impiegati di nuova impresa cooperativa».

A finanziare il progetto è il Fondo sociale europeo con 700mila euro coomplessivi distribuiti su Fiesole e Prato. Al termine dei corsi i professionisti che saranno formati saranno incoraggiati e aiutati a metter su un’impresa cooperativa. «Avranno anche a disposizione uno sportello con tutta l’assistenza, fiscale e di consulenza necessaria, probabilmente presso la sede della Cisl», spiega ancora Cornacchia.

Ma la diocesi è contenta di poter trasformare i propri oratori in realtà imprenditoriali, seppur sociali? «La diocesi crede molto in questo progetto, anche in una realtà, quella pratese, che ha bisogno di creare possibilità di lavoro», spiega don Pierluigi Milesi, responsabile diocesano della Pastorale del lavoro. Gli ambiti in cui si potranno costituire cooperative sociali grazie al progetto NOI sono vari, oltre ai già citati oratori: dalla gestione di spazi culturali e ricreativi a quella di musei, scuole e asili fino all’attività di assistenza. «C’è bisogno di cultura di impresa anche nel nostro mondo», sostiene Gabriella Melighetti, segretaria della Cisl pratese. «Acquisire competenze e managerialità in questo settore, oltre che creare concrete opportunità di lavoro, può offrire un apporto di crescita qualificata della comunità civile».