Cultura & Società

E la cultura fa festa… anche in vista delle elezioni

di Lorella PellisE’ qui la festa? La domanda sorgeva spontanea affacciandosi, martedì 1° febbraio, all’ingresso del Teatro della Compagnia di via Cavour a Firenze. Anzi, non c’era nemmeno bisogno di entrare perché i due monitor sistemati sul marciapiede facevano rimbalzare l’«happening» sulla pubblica via. Una bella idea, perfettamente inserita in quella, più generale, di coinvolgimento e condivisione che ha caratterizzato la conferenza regionale «Culture&pratiche», presentata come «il giorno più lungo della cultura in Toscana».

Si trattava di fare il punto sulle iniziative di promozione e valorizzazione culturale nella nostra regione, ed è stata scelta questa sorta di maratona, quasi un «Telethon» teatrale, arricchita di intermezzi musicali e proiezioni video e conclusa in serata da un concerto ad ingresso gratuito. Nella hall, tanto materiale a disposizione del pubblico, tra cui un vademecum dedicato a tutti i «Musei della Toscana» e una «Prima guida ai gruppi archeologici» presenti e operanti nel territorio.

Ma il «nocciolo» dell’evento è stata la presentazione e la premiazione di quindici esperienze culturali, che si sono particolarmente distinte per le «buone pratiche» portate avanti e la qualità dei risultati raggiunti. A loro è stato assegnato un riconoscimento dal nome particolare, «exAEquo», perché appunto da condividere ex-aequo con istituzioni, centri culturali, associazioni e tutti i protagonisti della crescita culturale dei territori interessati. Sono state premiate realtà diverse come il sistema di castelli e fortificazioni del Montalbano, i maestri carristi del Carnevale di Viareggio, i progetti di lettura in ospedale dell’Auser, il Polo di documentazione interculturale di Prato, il sito etrusco della Tomba della quadriga infernale a Sarteano, il Centro Risorse educative e didattiche del Casentino (impegnato nel recupero della memoria e delle tradizioni popolari). E ancora il restauro dei cimiteri storici non cattolici di Livorno, il circolo interculturale «Samarcanda» di Piombino per «Val di Cornia porto franco» (esperienze interetniche che hanno coinvolto una moltitudine di soggetti locali), l’opera di socializzazione del «Drago» di Montelupo Fiorentino, l’artista contemporaneo Paolo Masi, lo spazio culturale ex-filanda «La Ginestra» di Montevarchi, il sistema di castelli della Lunigiana, l’integrazione tra strutture pubbliche e arte contemporanea portata avanti a Pontedera, ed infine due persone-simbolo come Ali Rashid, primo segretario dell’Autorità nazionale palestinese in Italia, e il musicista Riccardo Tesi, protagonista, appunto, del concerto finale.

L’assessore regionale alla cultura Mariella Zoppi ha teso a sottolineare che «solo con l’aiuto fattivo, collaborativo, continuo degli enti locali e di tutti i soggetti sul territorio è stato possibile arrivare ad impostare una politica capillare di interventi diffusi, raggiungere questi risultati e definire realistiche prospettive di crescita in un momento di risorse pubbliche scarse, che certo non risparmiano la cultura».

Nondimeno, gli investimenti regionali nel settore dei beni culturali, nei cinque anni della legislatura che va a concludersi, sono passati da 3,4 milioni di euro ad addirittura 43,3 milioni, mentre il bilancio complessivo è quadruplicato, passando da 16,5 milioni a 65,4. Il settore dello spettacolo è cresciuto acquisendo un’importanza rilevante anche a livello occupazionale, mentre sul territorio, come ha ricordato ancora l’assessore, «si sono sviluppate molte “reti”: la rete bibliotecaria, la rete museale, la rete per la rete per l’arte contemporanea, la rete dei centri interculturali, il circuito dei piccoli teatri, il coordinamento del teatro in carcere e tante altre realtà, strutture policentriche che mostrano l’aspetto dinamico della cultura, la sua continua trasformazione, la sua apertura all’Europa e al mondo». Il presidente Claudio Martini, dal canto suo, ha ricordato come la cultura non sia «un settore di nicchia, ma un insieme di valori, scelte e saperi che si ramificano in tanti settori e tante reti, tutte complementari tra loro». «In questi anni – ha aggiunto – la politica regionale ha contribuito ad orientare gli interventi nel campo della cultura, progettando e realizzando interventi per valorizzare l’intero territorio regionale».

Certo, non può sfuggire il fatto che questa specie di «kermesse», caratterizzata da un continuo viavai di persone, sia stata pensata e organizzata a due mesi dalle elezioni, appena prima che la campagna elettorale entri nel vivo, e che contemporaneamente al Saschall si sia aperta la «quattro giorni» dedicata ad ambiente e territorio con annessa «Festa della Geografia». Per Franco Banchi, consigliere regionale dell’Udc, non si tratta comunque di partire da una critica pregiudiziale. «Come è successo altre volte – afferma – anche in questa sorta di consuntivo alcune cose ci sono piaciute, altre no. Ci ha convinto, ad esempio, l’utilizzazione dei centri culturali storici per la cultura contemporanea, in funzione del futuro e non del passato, così come la capillarizzazione della cultura (teatri, centri musicali), da «spalmare» su tutta la regione e non solo da promuovere nei grandi centri. Con un piccolo distinguo: secondo noi la Giunta fa un po’ troppa sperimentazione in giro per la Toscana, mentre avremmo preferito che incentivasse ciò che già c’è, ovvero partisse dalle tradizioni radicate sul territorio privilegiando un incontro fra innovazione e tradizione».

Più severo il giudizio sull’«intercultura»: «Sarebbe da privilegiare – afferma infatti Banchi – una cultura più legata all’identità della Toscana. A volte sotto la voce intercultura vengono fuori eventi non preparati a dovere, una specie di Babele: anziché un incontro fra identità viene fuori un incontro tra pensieri deboli. Io intendo per intercultura un incontro tra identità, non una sorta di miscela in cui si mette dentro tutto. Il confronto esiste solo se c’è identità di partenza, mentre la Regione per inseguire tutte le culture a volte non sa proporre proprio la cultura toscana».

Alla Toscana non basta una cultura di… Giornata