Cultura & Società
E il Papa negò la Messa in tv
Il primo giorno di trasmissioni ufficiali, il 3 gennaio 1954, pur essendo domenica, niente Messa in tv. Eppure, due giorni prima le telecamere si erano accese in Santa Maria delle Grazie a Milano. La domenica precedente erano entrate nell’Orfanotrofio delle Francescane, sempre nel capoluogo lombardo. Il giorno di Natale avevano ripreso una celebrazione eucaristica a Torino e nella notte avevano dato spazio alla Messa cantata nella chiesa dell’Ara Coeli in Roma.
Erano due mesi, dal 1° novembre 1953, che la Rai aveva avviato, sia pure in via sperimentale, l’«ora religiosa settimanale»: dalle 11 alle 12, tutti i giorni festivi. Quel 1° novembre la Rai era entrata nel Duomo di Milano per il pontificale ambrosiano di Ognissanti del cardinale Schuster. Poi, dagli studi, aveva trasmesso un messaggio di don Carlo Gnocchi «per una giornata di tregua delle penalità ai detentori di bombe inesplose, allo scopo di evitare nuove postume vittime innocenti della guerra».
Primo responsabile delle trasmissioni religiose è stato padre Nazareno Taddei, gesuita, oggi uno dei maggiori studiosi di comunicazioni di massa. Ad affidargli l’incarico fu proprio l’allora arcivescovo di Milano.
«Era infatti il 1953 quando il cardinale Schuster mi chiamò racconta Taddei per affidarmi le trasmissioni religiose televisive. La sede principale della Rai, allora in fase sperimentale, era a Milano. Il mio nome fu fatto a Schuster dall’ingegner Grancini, esponente dell’Azione cattolica. Il cardinale mi volle incontrare. Con quegli occhietti che penetravano mi guardò fisso e mi chiese molte cose per essere sicuro che l’incarico che aveva intenzione di affidarmi sarebbe stato portato avanti bene. A sua volta il cardinale fece il mio nome alla Rai e la Rai mi chiamò».
Padre Taddei riferisce anche un anedotto importante circa la Messa in tv, che vede protagonisti un Papa e, si potrebbe dire soprattutto, un futuro Papa: «L’anno seguente all’inizio delle trasmissioni religiose, ovvero nel ’54, mi recai con il conte Alvise Zorzi, mio diretto superiore in Rai, a chiedere a Pio XII di poter trasmettere la sua messa di mezzanotte del Natale. Sarebbe stata la prima apparizione di un Papa in tv. Oggi è normale, ma allora la televisione era considerata ancora mezza coda del diavolo, roba per guitti e ballerine, tutt’al più per sportivi. Pio XII, però, ci ascoltò attentamente e ci fece anche qualche domanda. Pareva convinto. Si rivolse a monsignor Montini, che l’assisteva con monsignor Tardini: Si può fare, vero monsignore?, osservò. Da Montini un gelido cenno della testa. La trasmissione di quella Messa, quella volta, non si fece. Dovemmo aspettare il Natale successivo».
Padre Taddei ha diretto le trasmissioni religiose della Rai per otto anni, fino al 1960, realizzando oltre 200 regie televisive e vincendo anche i primi due premi che la Rai sia riuscita a guadagnarsi nel mondo. I due diplomi, tra l’altro, sono tra le cose che il gesuita conserva gelosamente affisse nel suo studio: «Nel ’58 dice ottenni il Premio Unda per la categoria Reportage religioso con il documentario Tra gli zingari, trasmesso il 15 gennaio 1957. Nel ’59 vinsi nuovamente il premio per il documentario Disse: Alzati e cammina sui mutilatini di Don Gnocchi.
Il 14 marzo, celebrazione eucaristica dall’antichissima chiesa milanese di Sant’Eustorgio con discorso di don Gnocchi ai suoi allievi e l’offerta degli arti fatta dai mutilatini e dalle mutilatine all’Offertorio della Messa. Il 19 marzo trasmissione dedicata ai lavoratori con Messa da Santa Maria in Cosmedin a Roma.
Il 21 marzo ancora una Messa da Torino. Il 28 marzo la trasmissione è dedicata ai cappellani militari e la Messa va in onda da un hangar dell’aeroporto Forlanini di Milano (Linate). Il 4 aprile Messa dall’Università cattolica e l’11 aprile, Domenica delle Palme, dalla Cappella della Pietà di San Carlo al Corso in Milano. La Domenica di Pasqua, ancora un solenne pontificale del cardinale Schuster dal Duomo di Milano.