Opinioni & Commenti
E dietro parcella si legge pure la luna
Non abbiamo dubbi: l’astrologo gli avrebbe raccontato per filo e per segno tutte le chiacchiere delle sfere loquaci, sempre che il pastore lo avesse compensato con un paio di capre morbide e grasse perché, si sa, gli astrologi non sono esosi, la loro è una missione, sono lì apposta per alleviar le pene dell’umanità afflitta da dubbi e malinconie assai leopardiane; ma pure gli astrologi tengono famiglia, e pure villa, barca e domestici. Così si mettono al servizio di un’umanità errabonda con le stesse domande di tutti noi: «Dimmi, o luna; a che vale / Al pastor la sua vita, / La vostra vita a voi? Dimmi: ove tende / Questo vagar mio breve, / Il tuo corso immortale?»
Gli astrologi lo sanno ove tende il vagar nostro breve, che peraltro medici e biochimici si affannano a render meno breve possibile. Lo sanno e ce lo dicono dietro congrua parcella. Non hanno dubbi, loro: tutto è già scritto nel grande libro del cielo.
A dir la verità ci sono astrologi e astrologi. Finora abbiamo parlato dei più volgari spacciatori di futuro, i venditori che curano il proprio look sapientamente, si esibiscono con sfrontata impudicizia in televisione, si fanno aiutare dalle carte, sconfinano nella magia e dietro i sorrisi da squalo gentile incutono più timore che serenità. Fuor di metafora: una Wanna Marchi, con quella faccia tremenda, come può trovare clienti? Ma forse una porzione d’umanità autolesionista che cerca inconsapevolmente di essere maltrattata c’è, esiste, e Wanna e compagnia brutta ne approfittano biecamente.
Dicevamo: ci sono altri astrologi, gente che studia una disciplina vecchia di millenni, fin da quando astronomia e astrologia erano la stessa cosa. Sono astrologi che non incrocerete mai sulle emittenti locali o nei salotti buoni della tv domenicale (sono i rari spacciatori che sanno usare il congiuntivo). L’astrologia per loro s’incrocia con la psicologia junghiana, le costellazioni forniscono formidabili archetipi con cui indagare nelle tendenze iscritte nell’individuo fin dalla nascita; costoro non si sognano di sparare pronostici, di dire «ciò che accadrà domani»; si limitano, appunto, a indicare predisposizioni, forze e debolezze dell’individuo.
Resta il fatto che gli spacciatori difficilmente l’azzeccano. Il Cicap, il Comitato per il controllo delle affermazioni sul paranormale fondato da Piero Angela, s’è preso la briga di andare a controllare i pronostici di un anno fa, agli esordi dell’annus horribilis 2001, con la distruzione delle Twin Towers, il fallimento del processo di pace in Palestina, la guerra in Afghanistan Niente. Anzi, per molti il 2001 sarebbe stato segnato da una crescita economica senza scosse, dalla pace in Medio Oriente e semmai dall’aggravarsi delle condizioni di salute del Papa, che invece in perfetta forma non è (ed egli stesso se ne scusa, non senza un senso dell’umorismo che è segno di ottima salute spirituale), ma prosegue imperterrito nella sua missione e si prepara ad un altro evento epocale, la preghiera di Assisi del 24 gennaio.
Hanno fallito. Secondo una mera logica aziendale, chi sbaglia paga. Invece loro continueranno a vaticinare e a guadagnare.
Ci si chiede: il loro successo è determinato dalla debolezza della proposta di fede cristiana? Si sa, se si apre un vuoto (di spirito, di trascendenza, di significato), con qualcosa lo si deve pur riempire, fosse pure la prima paccottiglia a portata di mano. Forse è vero, ma solo in parte. L’astrologia è innanzitutto mercato e il primo veleno che immette nella società è che il significato della nostra vita si possa vendere e comprare, non conquistare; che sia una merce tra tante altre merci. E come tale non richieda fatica, disciplina, applicazione. Richieda solo un buon conto in banca.
Bestialità. Altre bestialità, ma più sottili, sono quelle di chi ci suggerisce che ciò che siamo e saremo, il nostro passato e il nostro futuro, tutto insomma è già scritto nel nostro Dna. Addio libero arbitrio Che l’uomo sia una macchina, sia pure complessa, gli stessi neurobiologi più avvertiti lo smentiscono, ma intanto l’idea passa, come se davvero noi fossimo i nostri geni. E sul nostro futuro non avessimo potere: il pensiero più conservatore, anzi reazionario che possiamo immaginarci, capace di disinnescare ogni energia volta al cambiamento.
Il nostro futuro è scritto nei nostri sogni, nella nostra volontà. Non altrove. E le sfere? «Vaghe stelle dell’Orsa» con due nobili scopi: suggerire teorie agli scienziati e canzoni ai poeti. E agli innamorati che poeti diventano una notte, una sola, ma decisiva per conquistare lei, Silvia o Nerina o Elvira, fregandosene del suo segno zodiacale. Le stelle, nel frattempo stanno a guardare. E chissà quanto si divertono.