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È ALLARME GIOCO D’AZZARDO TRA I GIOVANI ARETINI.

Gioco d’azzardo sempre più diffuso tra i giovani aretini. Questo quanto emerge da un’indagine compiuta dalla Usl 8, dal titolo «È ancora un gioco?». Un questionario è stato somministrato a ragazzi per indagare sulla diffusione dei giochi d’azzardo tra i giovani, la conoscenza su quali siano i giochi d’azzardo e le loro caratteristiche, il funzionamento psicologico-comportamentale del giocatore patologico e la presenza di servizi specialistici presenti nel territorio.

Il campione di ricerca è costituito da 384 studenti di età tra i 16 e i 20 anni (età media 16,9 anni), di cui il 57,6% (221) sono femmine e il 42,4% (163) sono maschi. La maggior parte dei ragazzi frequenta la terza (50,5%) o la quarta classe (40,4%) di scuole medie superiori di Arezzo e provincia.

Nel campione emerge un 7, 6% di giocatori problematici (4 su 5 sono maschi), un 15,4% di non giocatori e un 77,1% di giocatori sociali.

Il gioco d’azzardo è più diffuso tra i giovani rispetto alla popolazione adulta per la quale, invece, si stima una prevalenza del gioco patologico che va dall’1 al 3%. Gli adolescenti del campione giustificano la loro attività sostenendo che i comportamenti di gioco sono ampiamente diffusi tra i loro coetanei.

Il 46,9% (180 soggetti) dice che le scommesse e il giocare a soldi siano molto diffusi, mentre per il 45,6% (175) sono poco diffusi ma comunque presenti. Questi numeri trovano conferma anche nel dato dei giocatori sociali e di quelli problematici che rappresentano in totale l’84% del campione.

C’è una sottovalutazione del rischio connesso al gioco lecito: più del 50% del campione non ritiene che il Bingo (67%), le Lotterie (65%), il «Gratta e Vinci» (55%), il Winforlife (54%) e il Lotto/SuperEnalotto (52%) siano giochi d’azzardo.

Sono inoltre diffuse false credenze circa il rapporto tra abilità personale ed esito del gioco, in altre parole più della metà degli adolescenti nega l’essenza stessa dell’azzardo che, per definizione, è basato sul «caso» e non è influenzato né dall’abilità né dall’esperienza.

Emerge quindi, sempre più forte, la necessità di sensibilizzare la fascia di età più giovane che, viste la vulnerabilità e le caratteristiche che le sono proprie, costituiscono di per sé un fattore di rischio per lo sviluppo delle diverse forme di dipendenza, con e senza sostanze. Purtroppo infatti non sempre il gioco legale è un gioco sicuro, soprattutto quando riguarda soggetti adolescenti.

Ma la sensibilizzazione ovviamente non può passare soltanto dai giovani: occorre alzare il livello di attenzione coinvolgendo scuola e famiglia e sensibilizzando quegli adulti che sono in contatto quotidiano con i giovani: i genitori e gli insegnanti.