Prato

È a Casale il più giovane e numeroso comitato contro il termovalorizzatore

di Filippo Ciardi

«Il Comitato Ambientale di Casale esprime grande soddisfazione per la piena riuscita della manifestazione di sabato 28 gennaio a Firenze contro la politica regionale di gestione dei rifiuti che ruota attorno all’incenerimento». Con questo esordio, dopo il recente corteo fiorentino a cui hanno partecipato più di 500 abitanti di Casale, inizia il comunicato stampa di uno dei più recenti comitati cittadini sorti contro la possibile costruzione del termovalorizzatore «pratese».Caterina Gestri, portavoce del comitato, ce ne racconta la storia. «Siamo cittadini – spiega – di varie estrazioni, non legati a partiti. Agli inizi di dicembre 2005 ci siamo uniti, dietro la spinta di alcune persone che frequentano la parrocchia e sulla scia delle decisioni delle amministrazioni locali in merito alla localizzazione di un termovalorizzatore nelle vicinanze di Casale, alle Pantanelle. Ma la nostra posizione, lungi dal voler difendere solo l’integrità ambientale della nostra frazione, si è subito riconosciuta nelle proposte più ampie degli altri comitati in merito allo studio di alternative più pulite e innovative per la gestione dei rifiuti di tutta la piana Firenze-Prato-Pistoia». Il comitato, al quale partecipano alcune centinaia di persone, ha istituito un consiglio di 15 persone che si riunisce tutte le settimane presso la parrocchia di Casale.«Il 10 gennaio – prosegue la portavoce – abbiamo organizzato un incontro a cui sono state invitate tutte le forze politiche provinciali, per spiegare quale fosse la loro posizione in merito alla gestione dei rifiuti, visto che quasi tutte hanno nel loro programma la costruzione del termovalorizzatore. Erano presenti almeno 400 persone, più i rappresentanti di molti partiti: mancavano però proprio quelli dei Ds, la principale forza cittadina che sostiene la necessità della costruzione dell’impianto pratese». Il 17 gennaio poi, alcuni rappresentanti del comitato hanno incontrato il vicesindaco Roberto Bencini e il presidente della Provincia di Prato Massimo Logli, che hanno spiegato la propria scelta in merito al termovalorizzatore e alla sua localizzazione. Gli abitanti di Casale hanno dato invece la parola al proprio esperto, Rossano Ercolini dell’associazione Ambiente e Futuro, che ha coordinato anche la stesura dello studio sulle alternative ai termovalorizzatori presentato nello stessa giornata all’assessore all’ambiente della Regione Toscana, Marino Artusa, per conto del Coordinamento dei comitati della piana (documento scaricabile dal sito www.noinceneritori.org).«La posizione del comitato di Casale – precisa Caterina Gestri – punta sulla raccolta differenziata porta a porta, sugli incentivi al riciclaggio e al riutilizzo, sul compostaggio e sull’adozione di impianti di trattamento a freddo per rendere inerte il residuo che resta al termine della raccolta differenziata. Le rassicurazioni che ci vengono dalle amministrazioni circa la non pericolosità del termovalorizzatore non ci bastano, soprattutto in merito all’emissione di nanopolveri. Oltretutto, il sito scelto dalla Provincia per la localizzazione è in una zona a rischio idrogeologico per la presenza di quattro fiumi in pochie centinaia di metri e oltretutto già ritenuta non idonea ad accogliere una discarica all’epoca del sindaco Martini». Per informazioni, il Comitato risponde al 348-0488471.