Italia
DOSSIER IMMIGRAZIONE: QUASI 3 MILIONI DI STRANIERI; CPT BOCCIATI SE VIOLANO I DIRITTI UMANI
Due milioni e 800 mila stranieri regolarmente soggiornanti in Italia, il 4,8% della popolazione, per cui in prospettiva, tra 10 anni o più gli immigrati potrebbero essere 6 milioni e “il futuro dell’Italia sarà simile a quello attuale del Canada dove un sesto della popolazione è nata all’estero”. Da qui “l’ipotesi di un permesso di soggiorno per la ricerca del posto di lavoro, come suggerisce il recente Libro verde dell’Ue – ha auspicato Franco Pittau, coordinatore del Dossier -, da integrare con la possibilità di convertire in soggiorno per lavoro i permessi per studio, turismo o visita”. E’ una delle proposte, insieme ai temi del diritto al voto, alla cittadinanza, ad una legislazione più giusta, che emergono dal XV Dossier statistico immigrazione Caritas/Migrantes presentato oggi a Roma, intitolato “Immigrazione e globalizzazione”.
Mons. Francesco Montenegro, vescovo ausiliare di Messina-Lipari-S.Lucia del Mela e presidente di Caritas italiana, ha lamentato la “precarizzazione” della situazione degli immigrati creata dall’attuale legge Bossi-Fini. In una situazione religiosa caratterizzata da una metà di cristiani (49,5%, di cui i cattolici sono il 22,6% il resto ortodossi), da un terzo di musulmani (33%) e numerose altre fedi, mons. Montenegro si è detto dispiaciuto “che talvolta atti o propositi di terrorismo vengano addirittura ammantati con una patina di religiosità”.
“La nostra condanna di questo atteggiamento è totale ha affermato -, perché invocare Dio per andare contro i fratelli è la più grave bestemmia che si possa pronunciare. Non vogliamo, però, che questa sacrosanta posizione di rigore si traduca in un atteggiamento di ostilità alle altre culture e alle altre religioni”.
A proposito dei Centri di permanenza temporanea il presidente della Caritas italiana si è detto “turbato” nel leggere “i resoconti sui traffici di manodopera, sui rimpatri nei paesi convenzionati, sui soggiorni nei Centri di permanenza temporanea”. “Non abbiamo mai creduto, e i numeri ci danno ragione sia in Italia che nell’Unione europea – ha sottolineato -, che la repressione da sola sia una soluzione; perciò continuiamo ad auspicare che le disposizioni di contenimento dei flussi non abbiano mai a ledere diritti personali”.
Secondo fonti spagnole – riferisce il Dossier – nel 2004 circa 500 persone sono morte nel tentativo di raggiungere le coste di quel Paese; per l’Italia non ci sono statistiche ma si pensa a cifre molto più elevate. Si sa però che nel 2004 sono sbarcate 13.635 persone, in prevalenza nei mesi estivi, soprattutto in Sicilia. I flussi di ingresso irregolare nell’Ue ammontano annualmente a circa mezzo milione. In Italia l’arrivo via mare incide solo per il 10% del totale; un altro 15% passa attraverso le frontiere, mentre i tre quarti sono persone entrate con regolare visto e fermatesi oltre la scadenza.