Italia

DOSSIER IMMIGRAZIONE: 3.690.000 I REGOLARI IN ITALIA, CON 700 MILA NUOVI INGRESSI

Sono 3.690.000 gli immigrati regolarmente soggiornanti in Italia, pari al 6,2% della popolazione, oramai superiore alla media europea (5,6%). E tra 20 o 30 anni diventeremo, nel mondo, “uno dei Paesi con la più alta incidenza” di presenze straniere, oltre 10 milioni. Di contro, gli italiani si dividono in due “blocchi contrapposti”, gli uni favorevoli, gli altri contrari all’immigrazione. Sono alcuni dei dati che emergono dalla XVII edizione del Dossier statistico immigrazione Caritas/Migrantes, presentato oggi a Roma e in diverse città italiane. Nel 2006 sono entrate in Italia regolarmente 700.000 persone, soprattutto dalla Romania (oltre 130.000 domande). Riguardo all’incremento annuale, Italia e Spagna non hanno uguali in Europa, per via del fabbisogno di industrie e famiglie (540.000 domande), dei ricongiungimenti (poco meno di 100.000) e nuove nascite (circa 60.000). Il 49% delle domande ha riguardato l’assistenza alle famiglie, il 18% l’edilizia. Il Dossier denuncia però “gli appesantimenti burocratici” e le “situazioni di intasamento” create in seguito alla procedura che coinvolge le Poste italiane e gli istituti di patronato. E avanza alcune richieste: “previsione di permessi di soggiorno più stabili, snellimento delle procedure, reintroduzione dello sponsor, miglioramento delle normative sulla cittadinanza”.

In Italia nel 2006 le persone intercettate in situazione irregolare sono state 124.383 (più o meno come gli anni precedenti), ma solo il 36,5% è stato effettivamente rimpatriato. Alcune indagini evidenziano che gli italiani ritengono che gli irregolari superino i regolari del 50%, ossia sarebbero 4 milioni e mezzo in Italia. “E’ semplicemente fantasioso – smentisce Franco Pittau, coordinatore del Dossier -. La politica migratoria si sostanzia di adeguate procedure di ammissione e di una grande attenzione all’integrazione”. La sola repressione, ha precisato, “è un’arma spuntata: servono norme più agibili e rimpatri assistiti”, prevedendo cioè un supporto economico a chi sceglie di tornare (più di 7000 dal ’91 ad oggi). Questo servirebbe anche a ridurre le denunce penali: gli stranieri irregolari, secondo il Dossier, incidono per quasi un quarto sulle denunce penali e sulle presenze in carcere. I regolari delinquono come gli italiani (6%) sul totale della popolazione. Con l’ingresso della Romania e della Bulgaria nell’Ue gli immigrati comunitari sono oggi un quarto del totale delle presenze. La Romania ha 556.000 presenze totali, il Marocco 387.000, l’Albania 381.000. Oggi ogni 10 presenze immigrate 5 sono europee, 4 asiatiche e africane e 1 americana. Sei immigrati su 10 vivono al Nord, il 26% al Centro e il 13,8% al Sud.

Quale il futuro della convivenza? Secondo il Dossier Caritas/Migrantes i minori erano 666.626 a fine 2006, 80.000 in più rispetto all’anno precedente. I ragazzi delle seconde generazioni, ossia i nati in Italia, 398.295. Oggi un matrimonio ogni 8 coinvolge un cittadino straniero e le coppie miste sono più di 200.000. Nel 2006 gli immigrati sono stati un sesto di quanti hanno acquistato una casa. Riguardo alle religioni i cristiani (1.791.758) sono quasi la metà degli stranieri presenti, anche se gli ortodossi nell’ultimo anno hanno superato i cattolici di 233.000 unità (sono oggi 918.000). I musulmani, con più di 1 milione di presenze, sono il secondo gruppo religioso del Paese, presenti in 735 luoghi di preghiera o associazioni. Senza negare i “nodi critici”, soprattutto rispetto al ruolo della donna musulmana, spesso “in condizioni di subalternità”, gli autori del Dossier chiedono di insistere sulla “Carta dei valori della cittadinanza e dell’integrazione” frutto di una consultazione tra comunità religiose e immigrati. “Pensiamo che nell’attuale contesto – dicono – si possa condividere un impegno che unisca cattolici, cristiani di altre confessioni e fedeli di altre religioni, per mostrare alla società che credere in Dio non solo ha un valore personale ma può essere anche costruttivo per l’intera società”.

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