Lucca

Dossier Caritas Lucca. Mons. Giulietti: il contrasto alla poverà è questione umanitaria e di futuro

L’arcivescovo nell’introduzione iniziale ha sottolineato come il Dossier sottolinei che «in difficoltà ci sono le famiglie numerose, i giovani. Sapete che nel Paese c’è il problema della natalità. Il contrasto alla povertà quindi non è solo una questione umanitaria, ma anche di futuro».

«I dati contenuti nel Dossier 2023 – dichiara don Simone Giuli, direttore della Caritas diocesana di Lucca – fanno emergere con chiarezza la necessità di risposte pensate ed organiche, costruite insieme, tra istituzioni, terzo settore e la cittadinanza. Vecchie e nuove povertà richiedono letture condivise, ipotesi di lavoro co-progettate, capacità di radicarsi nel presente con lo sguardo verso un futuro che non si presenti solo sotto forma di emergenze. Proprio per questo il titolo del dossier di quest’anno: “Star desti e ripartire sempre” ci è sembrato attualissimo. La frase è tratta da una bella preghiera-poesia di Madeleine Delbrel, mistica, poetessa e assistente sociale francese, di cui è in corso il processo di beatificazione».

Il Dossier 2023 racconta le storie e i volti di quanti sono stati accolti dai punti di ascolto e dai servizi dell’Arcidiocesi di Lucca nel 2022, anno nel quale l’accoglienza dei profughi ucraini si è innestata su un persistere di condizioni di povertà che, attraverso questo lavoro, viene fotografato sull’intero territorio diocesano: Valle del Serchio, Piana di Lucca e Versilia. (Il Dossier viene presentato pubblicamente a tutta la cittadinanza alle 17 di oggi 21 aprile nel Salone dell’Arcivescovato a Lucca).

La fotografia che emerge sui percorsi di impoverimento e sui processi di esclusione sociale, dunque, mostra un territorio in cui la povertà materiale continua ad essere ampiamente diffusa e insiste su una pluralità di profili individuali e familiari. Nell’ultimo anno sono state accolte 2.385 persone. Circa il 75% di costoro vive all’interno di nuclei familiari e formula domande di aiuto sia sulla propria condizione, ma anche, frequentemente, su quella dei propri cari. I dati ci mostrano, ancora una volta, un aumento dell’affluenza ai Centri di Ascolto Caritas. Sono stati registrati 214 accessi in più rispetto all’anno precedente. Questo incremento è riconducibile prevalentemente a un aumento dei progetti di sostegno nell’ambito della misura del Reddito di Cittadinanza, al Fondo Ri-Uscire, e alle attività di accoglienza della popolazione ucraina in fuga a causa della guerra ancora oggi in corso. Anche per il dato relativo agli ucraini, nel 2022 prevale il numero degli stranieri aiutati: su 2385 persone accolte, 1149 sono italiane e 1236 straniere.

Le persone incontrate per la prima volta nel 2022 sono state 667 (28,28%). Il valore risulta in linea con quanto registrato negli anni passati. Le altre persone accolte sono conosciute da almeno due o più anni. Continua a registrarsi il fenomeno dei ritorni ciclici di alcuni individui e nuclei familiari dopo un periodo di relativa autonomia. Questo dato è indicativo della difficoltà incontrate nel costruire percorsi duraturi di fuoriuscita dalle situazioni di povertà e l’indipendenza dalle rete di aiuto offerte dalla Caritas e dai Servizi sociali territoriali.

 

I fattori di rischio e di svantaggio che costellano le biografie delle persone sono numerosi e cambiano in base al genere, alla nazionalità, all’età, alla formazione professionale, alle condizioni di salute ecc., ma sono accomunati del fatto di sfociare rapidamente in forme di povertà materiale grave che tende a cronicizzarsi nel tempo.  Avere alle spalle un percorso migratorio continua a costituire una forma di svantaggio significativo a causa delle poche risorse materiali su cui si può fare affidamento nella prima fase di permanenza in Italia, ma anche per la penuria di risorse sociali utili per sopportare le esigenze legate al radicamento in un nuovo contesto di vita. Essere straniero, nelle biografie ricostruite dai volontari e dagli operatori Caritas, rende più difficile reperire un alloggio, trovare un lavoro contrattualizzato, sviluppare percorsi di inclusione sociale nella comunità, avere accesso alle prestazioni sociali. A quest’ultimo proposito, il numero di persone conosciute dai Centri di Ascolto Caritas ma non seguite dai servizi sociali è sensibilmente più alto tra la popolazione straniera, dove si supera il 65% di non assistiti. Anche le persone di nazionalità italiana sono interessate da gravi forme di povertà. Mediamente si tratta di individui di mezza età esclusi dal mercato del lavoro per varie ragioni (disoccupazione o invalidità). In molti casi sono persone che in passato avevano un’occupazione e che, in seguito a un licenziamento, non sono riusciti a ricollocarsi. La maggior parte delle storie di povertà ascoltate riguardano nuclei familiari di recente costruzione con figli piccoli. In linea con la tendenza registrata a livello nazionale, l’incidenza della povertà si fa sentire di più al crescere della numerosità del nucleo familiare. Questo tipo di processo fa sì che anche i bambini in molti dei contesti osservati sperimentino condizioni di deprivazione economica e educativa, con gravi ripercussioni in termini di opportunità di vita nell’età adulta.  I figli minori che vivono all’interno dei nuclei familiari incontrati dalla Caritas sono 850. Ad essi devono essere aggiunti 82 minori non conviventi.

Allo stesso tempo, nell’ultimo anno si è registrato un incremento di accessi da parte di persone anziane (con più di 75 anni). Il fenomeno ha riguardato esclusivamente cittadini italiani (la popolazione straniera residente sul territorio continua ad essere relativamente giovane). Questo dato merita di essere attentamente analizzato, anche in prospettiva longitudinale, perché potrebbe costituire il segnale della crescente fatica da parte della fascia di popolazione più anziana nel far fronte alle esigenze indispensabili per avere una vita dignitosa. Non è un caso che siano aumentate anche le richieste di aiuto relative alla copertura di costi derivanti da spese mediche, farmaci e altri materiali sanitari. Le variabili che incidono maggiormente nel bilancio familiare continuano ad essere la posizione nel contesto lavorativo e i costi legati alla casa. Rispetto alla condizione lavorativa oltre al numero estremamente alto di donne e uomini in età da lavoro che si dichiara disoccupato, vi è anche un numero significativo (16,6%) di persone che possiamo definire lavoratori poveri, ovvero individui che svolgono regolarmente attività lavorativa ma che, con quanto guadagnato, non riescono a far fronte ai bisogni essenziali della famiglia.

Nel Dossier 2023 si fa anche un focus sull’importanza del succitato progetto Ri-Uscire (fondo solidale per la ripartenza), un mezzo condiviso e generativo che riunisce Fondazione CRL, Fondo Vivere, Provincia di Lucca, Spazio Spadoni e tutti i Comuni della provincia. Un fondo, ancora attivo, che accompagna i cittadini con contributi a fondo perduto o sotto forma di prestito per risollevare situazioni che rischiano di ritornare in percorsi d’impoverimento più pesanti. «Il progetto Ri-Uscire – conclude don Simone Giuli – con il consolidarsi della povertà a causa della crisi energetica e anche in vista di una probabile rimodulazione governativa di quello che è attualmente il reddito di cittadinanza, ci sembra uno strumento ancora estremamente utile».