Toscana

Dopo l’ovovia, i tralicci. Dietro c’è l’ecoterrorismo?

Prima una centralina di telefonia Albacom a Carrara danneggiata da un ordigno rudimentale, quindi l’attentato che ha distrutto l’ovovia dell’Abetone; poi l’incendio ad un ripetitore della Wind a Marina di Pietrasanta; infine di nuovo in fiamme un ripetitore, questa volta a Castiglioncello. In poco più di 24 ore sono stati quattro gli episodi accaduti in Toscana: la firma dell’ecoterrorismo è accredita al momento solo per la località sciistica; ma sia pure in assenza di rivendicazioni, gli investigatori non escludono legami con quella matrice anche per gli altri casi. Gli impianti Albacom sono stati parzialmente distrutti con un ordigno la cui esplosione è stata avvertita dagli abitanti della zona alle 22 circa di lunedì scorso. Ma l’allarme è stato dato solo il giorno seguente dopo che un tecnico della società si era recato nella zona per verificare un guasto alle linee. Secondo quanto riferito dagli investigatori, nell’area non sarebbero state trovate scritte riferite a Marco Camenisch come quelle di Abetone. Nessuna rivendicazione anche per l’incendio al ripetitore della Wind avvenuto nella cittadina della Versilia. Alla stazione di Pietrasanta invece sono state notate scritte «Marco libero» con riferimento a Marco Camenisch e accanto una «A» cerchiata simbolo di Anarchia. Infine l’episodio di Castiglioncello: anche in questo caso non sarebbero state trovate scritte ma gli investigatori non escludono un legame con quanto accaduto ad Abetone.

Era il fiore all’occhiello degli impianti dell’Abetone, la più nota località sciistica dell’Appennino toscoemiliano: un’ ovovia da 2400 passeggeri l’ora, tre anni di vita, costata 15 miliardi di lire. Nella notte tra lunedì e martedì, intorno alle 2, in 40 minuti, l’impianto è stato distrutto da un incendio, appiccato da ignoti che hanno lasciato una firma dal possibile duplice significato: ecoterrorismo e anarco-insurrezionalismo. «Fuoco ai distruttori. Marco libero» hanno scritto gli attentatori, utilizzando vernice verde, su un muro della stazione di partenza dell’ovovia. Quel «fuoco ai distruttori» inneggia a istanze eversive di tipo ambientalista. Quel Marco, per gli inquirenti, richiamerebbe Marco Camenisch, 51 anni, storico anarchico insurrezionalista svizzero, attualmente detenuto in patria dopo l’estradizione, ad aprile scorso, dall’Italia dove fu condannato in primo grado per una serie di attentati ai tralicci dell’Enel in Toscana, fra il 1989 e il 1991 e per il tentato omicidio dei carabinieri che lo arrestarono, nel ’91 a Cinquale (Massa Carrara), dopo una sparatoria.

Sulle modalità dell’attentato al momento non si può escludere che siano stati usati esplosivi. Anche se l’ipotesi più probabile è che sia stato utilizzato liquido infiammabile che ha avuto effetti immediati anche per i materiali in vetroresina dell’impianto. I pompieri hanno impiegato due ore per spegnere le fiamme che hanno distrutto, insieme alla stazione, tutte le cabine dell’ovovia che si trovavano nel deposito. Al momento i danni alla struttura ammonterebbero a 10 miliardi di vecchie lire, senza contare quelli alla stagione turistica. Ma all’Abetone si continua a sciare, questo il messaggio lanciato in serata dagli operatori: non si ferma neppure la Coppa Foemina, valida per la Coppa Europa femminile, e per la quale all’Abetone era arrivata l’indimenticata campionessa di sci degli anni ’40, Celina Seghi, che non ha saputo trattenere le lacrime. La nuova ovovia tra l’altro aveva sostituito il vecchio impianto voluto da Zeno Colò, fondatore della Società Abetone funivie, proprietaria dell’impianto. Solidarietà agli amministratori locali e alla popolazione dell’Abetone è stata espressa dal capo del governo Silvio Berlusconi in un messaggio portato dal ministro dell’ambiente Altero Matteoli. «Si è trattato di un atto di ecoterrorismo, di un attentato. Per quanto riguarda le singole responsabilità personali, ancora non abbiamo nessuna notizia», ha detto il ministro. «È un episodio gravissimo. L’ipotesi dell’attentato è preoccupante», il commento di Claudio Martini, presidente della Regione Toscana. «È ora necessaria una forte unità per ricostruire ciò che un gesto folle ha preteso di distruggere», ha detto il vicepresidente della Regione Angelo Passaleva.S.P. La schedaGli obiettivi: tralicci e ripetitoriLa Toscana già nel passato è stata oggetto di atti riconducibili all’ecoterrorismo soprattutto con una serie di attentati contro i tralicci, ripetitori telefonici, l’Alta velocità nel settore delle ferrovie. Dal 1987 al 1992 furono 28 gli episodi di terrorismo che interessarono, tralicci dell’Enel e ripetitori televisivi compiuti in particolare nelle province di Massa Carrara, Lucca, Pisa e Firenze. La scelta di «colpire» in queste province aveva sempre avuto un obiettivo privilegiato: danneggiare la linea ad alta tensione La Spezia-Acciaiolo (Pisa), uno degli elettrodotti portanti nella linea di distribuzione dell’ Enel. Il primo episodio risale al 22 luglio del 1987. In località Vagli di sotto (Lucca) i carabinieri ritrovarono intorno ad una cabina dell’ Enel 14 candelotti di esplosivo. Con l’inizio degli anni Novanta furono portati a segno una serie di attentati e sabotaggi contro ripetitori televisivi e telefonici. Nel giugno 1990 saltò in aria un traliccio-antenna della Rai, nei pressi di Carrara cui seguì a dicembre un attentato contro il trasmettitore Rai di Barbiano, sui colli bolognesi, i cui cavi di collegamento con le antenne furono tranciati con alcune piccole cariche esplosive. Negli ultimi anni ad essere presi di mira furono soprattutto i ripetitori di telefonia. Un attentato incendiario colpiì nel gennaio 2001 un cantiere per la installazione di una antenna Tim a Carraia di Calenzano (Fi) seguito nel mese di aprile da un’altro attentato incendiario che distrusse un ripetitore di telefonia mobile. Chi è Marco Camenisch«Fuoco ai distruttori Marco libero» si legge nella scritta, con vernice verde, lasciata da chi ha provocato l’incendio dell’ovovia all’Abetone. Un nome, Marco, che per gli inquirenti richiamerebbe Marco Camenisch, 51 anni, ora detenuto in Svizzera, dopo aver trascorso 9 anni nelle carceri italiane, e per la cui liberazione da tempo si batte il movimento anarchico e quello anarco-insurrezionalista. Camenisch fu arrestato in Toscana, a Cinquale, il 5 novembre 1991. Alle spalle Camenisch aveva già una condanna per un attentato ad una centrale elettrica in Svizzera, un’evasione dal carcere svizzero di Regensdorf nel 1981, in cui fu ucciso un agente di custodia. Nel ’92 viene condannato in primo grado dal tribunale di Massa a 12 anni di reclusione per gli attentati dinamitardi ai tralicci dell’Enel avvenuti sulla costa toscana fra il 1989 e il 1991. Il 18 aprile scorso l’estradizione in Svizzera.

Lettera anonima all’Ansa con modalità attentato