Toscana
Dopo l’ovovia, i tralicci. Dietro c’è l’ecoterrorismo?
Era il fiore all’occhiello degli impianti dell’Abetone, la più nota località sciistica dell’Appennino toscoemiliano: un’ ovovia da 2400 passeggeri l’ora, tre anni di vita, costata 15 miliardi di lire. Nella notte tra lunedì e martedì, intorno alle 2, in 40 minuti, l’impianto è stato distrutto da un incendio, appiccato da ignoti che hanno lasciato una firma dal possibile duplice significato: ecoterrorismo e anarco-insurrezionalismo. «Fuoco ai distruttori. Marco libero» hanno scritto gli attentatori, utilizzando vernice verde, su un muro della stazione di partenza dell’ovovia. Quel «fuoco ai distruttori» inneggia a istanze eversive di tipo ambientalista. Quel Marco, per gli inquirenti, richiamerebbe Marco Camenisch, 51 anni, storico anarchico insurrezionalista svizzero, attualmente detenuto in patria dopo l’estradizione, ad aprile scorso, dall’Italia dove fu condannato in primo grado per una serie di attentati ai tralicci dell’Enel in Toscana, fra il 1989 e il 1991 e per il tentato omicidio dei carabinieri che lo arrestarono, nel ’91 a Cinquale (Massa Carrara), dopo una sparatoria.