Dopo il caso Livorno: con il pagamento Ici scuole pratesi a rischio
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È una decisione pesante sotto il profilo economico e politico». Anche la Fism di Prato – la Federazione italiana scuole materne – per bocca della presidente Gabriella Melighetti commenta negativamente e con viva preoccupazione le due sentenze della Corte di Cassazione che hanno dato ragione al Comune di Livorno nella richiesta del pagamento dell’ici a due istituti scolastici cattolici. Si parla di un versamento arretrato, per gli anni 2004-2009, di oltre 422mila euro.«Vorrei ricordare che stiamo parlando di scuole paritarie a tutti gli effetti – sottolinea Melighetti – che consentono nella sussidiarietà un risparmio importante ai Comuni e allo Stato. A Prato parliamo di 20 milioni di euro risparmiati grazie al servizio reso dai nostri 25 istituti». Le scuole dell’infanzia aderenti alla Fism sul territorio pratese rappresentano il 40% della popolazione scolastica riuscendo così a coprire quasi la metà della domanda. «Mentre sotto il profilo politico – continua – mi pare che venga meno l’effettiva parità: se facciamo un servizio pubblico, come ci viene riconosciuto dalla legge, perché dobbiamo pagare? Lo Stato e i Comuni non chiedono tributi alle proprie scuole».Melighetti annuncia inoltre che, se Prato dovesse scegliere la stessa strada intrapresa da Livorno, «non si escluderebbe la possibilità di chiudere i nostri istituti, con la conseguenza – aggiunge la presidente Fism – che toccherà poi all’Amministrazione comunale e allo Stato trovare posto per i 1800 bambini rimasti senza scuola. Tra l’altro non mi pare che ci siano immobili disponibili in tal senso».Inoltre la Fism comunica che, a oggi, le scuole pratesi devono ancora avere il saldo dei contributi spettanti per l’anno 2013-2014. «In queste condizioni è molto difficile programmare il futuro e garantire gli stipendi ai nostri insegnanti».A livello italiano e regionale la Fism chiede «parità a tutto tondo», «e a Prato – conclude Melighetti – sono sempre stati attenti a questa sussidiarietà svolta da cooperative, parrocchie e comunità religiose; pertanto spero che questa volontà permanga».