Vita Chiesa

Doping, violenza, corruzione: lo sport ha bisogno di etica

di Marco Bennici Sono partite venerdì 20 maggio le lezioni del «Corso di formazione per Animatore delle consulte giovanili per l’Etica nello sport». Al taglio del nastro era presente monsignor Carlo Mazza, Direttore dell’Ufficio Nazionale della Conferenza Episcopale Italiana per la pastorale del tempo libero, del turismo e dello sport. Il corso è il primo passo di un progetto più ampio che vede coinvolti il Comitato Provinciale del Coni di Livorno e la Diocesi di Livorno. L’iniziativa è stata presentata alla stampa nel gennaio scorso con un convegno dal titolo «I giovani, lo sport, l’etica: progetto Livorno» a cui hanno partecipato il Vescovo di Livorno Diego Coletti, il sindaco di Livorno, Alessandro Cosimi, il provveditore agli studi, Sebastiana Battiato, il presidente della Provincia, Giorgio Kutufà, insieme a tre personaggi del mondo dello sport, Igor Protti del Livorno calcio, Silvia De Maria tennista disabile e Tommaso Fantoni della squadra di basket della città labronica. Gli ulteriori passi del progetto sono stati presentati dal presidente del Coni di Livorno, Gino Calderini, assieme a monsignor Mazza, a monsignor Paolo Razzauti e a Walter De Raffaele, coach del Basket Livorno, venerdì scorso nella conferenza stampa che ha preceduto la prima lezione del corso. La necessità di ricostruire i valori di un’etica sportiva che sembra essersi persa ormai da tempo è la molla di tutto il progetto. Doping, violenza, intolleranza, corruzione: sono molti i segnali di disturbo che minano alla base il bello dello sport. Orientare nuovamente le trasmissioni su frequenze più pulite è il principale obiettivo di questo percorso costruito tra Diocesi e Coni, i cui protagonisti saranno soprattutto i giovani. L’etica nello sport, ha sottolineato monsignor Mazza durante la lezione, non è diversa dall’etica che si dovrebbe respirare nel mondo civile, politico ed ecclesiale. La fibra è sempre la stessa. L’uomo è soggetto a continui cambiamenti. Lo sport deve seguirlo in tutti questi passaggi, deve entrare in questo nuovo uomo. Ed è fondamentale che ciò avvenga, in quanto lo sport è etico per sua natura. Lo sport mette in gioco l’uomo in tutte le sue dimensioni esistenziali, in tutta la sua corporeità e in tutta la sua interiorità. La sana competizione sportiva chiede a tutti gli sportivi di saper fare prima di tutto due cose: accettare i propri limiti e possedersi. Possedersi per imparare ad essere sé stessi, per imparare ad essere atleti, ma soprattutto uomini e donne di domani. Le lezioni del corso sono gratuite e sono rivolte ai giovani tra i 15 ed i 23 anni che intendano impegnarsi in questo progetto. Al termine di questo corso di formazione, diciotto appuntamenti in tutto fino ad ottobre, sarà costituita dai giovani partecipanti al progetto una prima Consulta per l’etica nello sport. Altre tre ne seguiranno nel giro di pochi mesi. Le quattro consulte saranno ospitate presso le parrocchie dei Salesiani, dei 7 Santi, dei Cappuccini e di Antignano (S.Lucia). Diventeranno luoghi di aggregazione e di formazione ai valori migliori che lo sport può insegnare. Saranno dei punti di riferimento stabili per tutto il mondo sportivo labronico. Ne saranno protagonisti altri giovani delle parrocchie, dei centri giovanili, dei circoli sportivi, dello stadio e del palazzetto. Il passo successivo sarà quello di istituirne altre ancora per gli altri centri residenziali della nostra provincia. Saranno un laboratorio di idee e di esperienze. L’attenzione sarà sempre rivolta al tentativo di riportare le comuni regole di civiltà del nostro paese al centro della vita collettiva. Lo stadio e il palazzetto sono il simbolo della costante interazione al cui interno di giocano giorno per giorno le nostre vite. Sotto c’è un tessuto cittadino che può fare della domenica e dello sport un momento di festa e non di tensione e di scoraggiamento.

Ma a certi valori bisogna educarsi vicendevolmente. Chiesa e istituzioni, ragazzi e adulti, sportivi e tifosi. Di questo progetto di formazione, afferma il presidente del Coni, beneficeranno gli allenatori, i dirigenti, gli sportivi, e, a cascata, tutta la città. Noi come cittadini gli crediamo e crediamo, soprattutto, nel valore educativo dello sport.