Toscana

DONNE E LAVORO: CISL, NON CI SONO PARI OPPORTUNITA’. UNA SU 5 HA SUBITO DISCRIMINAZIONI

Un “Piano di azione per le pari opportunità“, di durata triennale, a cui la Cisl Toscana chiama tutte le parti sociali e le istituzioni a collaborare. E’ quello presentato stamani a Firenze nell’ambito di un convegno organizzato dalla Cisl regionale. . In apertura dei lavori è stata presentata un’indagine condotta nei mesi scorsi su 500 lavoratrici di imprese private e pubbliche di tutte le province toscane, dalla quale emerge che in Toscana 2 donne su 5 dichiarano che nel loro posto di lavoro non c’è ancora pari opportunità tra uomini e donne, che il 32,8% delle intervistate è venuto a conoscenza di episodi di discriminazione nei confronti delle proprie colleghe e che 1 su 5 li ha subiti in prima persona. Secondo le intervistate le cause delle discriminazioni oscillano da un generico pregiudizio nei confronti delle donne fino alla maternità e si manifestano principalmente nell’esclusione rispetto ai percorsi formativi e di carriera, in molestie verbali e mobbing e nel sottoinquadramento contrattuale rispetto ai compiti assegnati. Una lavoratrice madre su 4 (27,2%) afferma che la maternità ha condizionato in maniera negativa la sua carriera professionale, mentre al 21% delle intervistate (in particolare nelle imprese private) al momento dell’assunzione sono state chieste informazioni sulla situazione sentimentale e la volontà di avere figli.I problemi principali della propria città per le lavoratrici sono: flessibilità di orari dei servizi, traffico, carenza di trasporti pubblici e di asili nido quelli maggiormente avvertiti.Nel piano d’azione, accanto ad un forte accento su comunicazione, sensibilizzazione e formazione, c’è grande spazio per la contrattazione. “Vogliamo contrattare con le aziende – ha detto Rossella Bugiani, della segreteria regionale Cisl – i temi legati a flessibilità, orari e quanto necessario per conciliare vita lavorativa e vita familiare. La flessibilità va contrattata: se è un valore, allora deve esserlo non solo quando a chiederla sono le imprese, ma anche quando la richiesta viene dalle lavoratrici, per conciliare lavoro e famiglia, magari attraverso il part-time per un periodo della propria vita. Su questo fronte si può fare molto attraverso la contrattazione, anche potenziando il welfare aziendale”. “La realtà toscana – ha detto Liliana Ocmin, della segreteria nazionale Cisl – rispecchia una situazione nazionale di grande criticità occupazionale per le donne e di discriminazione, in particolar modo di fronte alla maternità. Il tasso di occupazione tra le donne senza figli infatti è più alto che tra le mamme; di fronte alla maternità troppe volte le donne sono ancora indotte alle dimissioni attraverso meccanismi totalmente esecrabili. Per questo la Cisl è impegnata in una grandissima battaglia perché si trovino strumenti che prevengano il fenomeno delle dimissioni in bianco”. “Oggi l’emergenza è la denatalità, è la famiglia da rimettere al centro” ha concluso Ocmin. All’incontro hanno preso parte l’assessore regionale al Welfare Salvatore Allocca, il segretario generale della Cisl toscana Riccardo Cerza, oltre a rappresentanti di Confindustria, Confartigianato, Cgil, Uil, Anci e alla Consigliera di parità supplente della Regione Toscana.