Vita Chiesa
Donne controcorrente a servizio della Chiesa
di Nicoletta Benini
Isola del Gran Sasso in provincia di Teramo ospiterà dal 19 al 22 luglio nel santuario San Gabriele dell’Addolorata, l’incontro nazionale dell’Ordo Virginum, vergini consacrate da tutte le diocesi italiane. Nel maggio dello scorso anno, per il convegno internazionale, Papa Benedetto XVI ricordò che «l’Ordine delle Vergini costituisce una particolare espressione di vita consacrata rifiorita nella Chiesa dopo il Concilio Vaticano II; le origini però sono molto antiche e si fanno risalire agli inizi della vita evangelica quando alcune donne mostrarono il desiderio della verginità, il desiderio di donare a Dio tutto il proprio essere come aveva fatto la Vergine di Nazareth». Una vita quindi dedicata non solo a Dio, ma anche agli altri così come ricordava lo stesso Pontefice: «Il vostro carisma deve riflettere l’intensità, ma anche la freschezza delle origini. La vostra vocazione è profondamente radicata nella Chiesa particolare, dal respiro della diocesi vi allargate al respiro della Chiesa universale e nella preghiera liturgica il vostro io orante si dilaterà fino a che nella preghiera non ci sia più che un grande noi. È questa la preghiera ecclesiale, la vera liturgia Nel dialogo con Dio apriteli a tutte le creature, nei cui confronti vi ritroverete madri, madri dei figli di Dio (Infine) fate in modo che la vostra persona irradi sempre la dignità di essere sposa di Cristo, esprima la novità dell’esistenza cristiana e l’attesa serena della vita futura».
Anche la Toscana ha le sue vergini consacrate ed il piccolo (una quindicina, più qualcuna in cammino) ma prezioso gruppo si estende su tutto il territorio, da Firenze a Lucca ad Arezzo, Pescia, Livorno, Pisa e Massa Marittima.
Nel capoluogo toscano abbiamo incontrato il gruppo della Diocesi fiorentina seguito da tre anni da don Leonardo Altobelli, incaricato diocesano, proprio durante un momento di riflessione e preghiera al convitto della Calza. «Dopo il Concilio Vaticano II – ci racconta AnnaMaria, fra le prime molti anni fa a chiedere di entrare nell’Ordo Virginum a Firenze – c’è stato un recupero del valore della verginità proprio come nei primi anni della Chiesa: essere cioè accanto alla consacrazione del presbitero, al femminile. Si ricorda la prima Vergine consacrata in San Marcellina, sorella di Sant’Ambrogio, quindi c’è stato proprio il desiderio di questo recupero delle origini per essere inserite nella Chiesa, ma anche nel mondo avendo scelto significatamente il Vescovo come padre; avendo disponibilità al servizio con un proprio stile di vita che può o no essere in comune e privilegiando comunque una struttura agile di regola di vita».
A Firenze, nel 1987 c’è stata la prima consacrazione nelle mani dell’allora Arcivescovo, il Cardinale Silvano Piovanelli; poi nel 1997 il primo Convegno nazionale proprio alla Calza; nel 2008 a Viterbo durante un incontro a livello regionale fu scritta una lettera alla Conferenza Episcopale Toscana affinché si impegnasse a far conoscere sempre di più, in tutte le Diocesi, una realtà così bella.
«Io – dice Elena di Castelfiorentino – due anni fa ho risposto a una chiamata del Signore, ma ho voluto anche soddisfare il desiderio di rimanere nel mondo, vicino alla mia comunità parrocchiale, alla mia famiglia, ai miei amici e in questo modo sono riuscita a conciliare queste due forti esigenze, rispondere di sì al Signore, ma senza chiudermi in un convento. L’illuminazione l’ho avuta leggendo un libro di sorella Paola Moschetti, una vergine consacrata che ha scelto la vita eremitica e da quelle pagine ho capito che potevo rispondere pienamente alla chiamata del Signore rimanendo ancorata alla mia Chiesa locale».
Per Marisa invece il momento decisivo è stato proprio un convegno nazionale: «in quell’essere così tutte insieme e tutte così tanto diverse tra noi, con tante storie, tanti vissuti, tu vedi la Chiesa» e dopo tanti anni di ricerca finalmente anche lei ha trovato il modo di dire il suo sì, nel quale «l’essenziale è solo il rapporto con lo Sposo che fa essere inutile qualsiasi struttura».
Alcune di loro, insieme ad altre dalla Toscana, parteciperanno al Convegno nazionale all’Isola del Gran Sasso ed insieme, vergini consacrate oggi così come all’alba del cristianesimo, si ritroveranno a meditare e pregare su un tema che sembra quanto mai attuale «Verginità consacrata nel mondo: passione per Dio passione per l’uomo». Presenti per le celebrazioni eucaristiche mons. Bruno Forte, mons. Carlo Ghidelli e mons. Michele Seccia oltre ai relatori Paola Bignardi (già Presidente Nazionale dell’Azione Cattolica Italiana) e don Emilio Cicconi, Vicario per la Provincia d’Italia della Società San Paolo. Pochi giorni per tracciare le linee essenziali di chi per la vita, ancora oggi, sceglie la passione per Dio e per l’uomo.
Il Codice di Diritto Canonico al can. 604 assimila alle altre forme di vita consacrata l’ordine delle vergini che emettono il proposito di seguire Cristo a servizio della Chiesa, nelle mani del Vescovo diocesano secondo il rito liturgico approvato. Il Catechismo della Chiesa Cattolica cita questa forma di vita consacrata ricordandone l’origine apostolica; l’esortazione apostolica Vita consecrata esprime la gioia e la speranza nel vedere rifiorire l’antico Ordine delle vergini.
L’attuale Rito, pubblico e solenne, respira della teologia del Concilio Vaticano II. Emergono le due caratteristiche che connotano il carisma della vergine consacrata: il rapporto sponsale con Cristo – sottolineato dal procedere della liturgia – e il legame con la Chiesa locale – rappresentato dal vescovo che è ministro del Rito.
Oggi, a meno di trent’anni dal ripristino dell’antico Rito di Consacrazione dell’Ordo Virginum, sono quasi 400, in più di 80 diocesi, le donne in Italia già consacrate e circa 200 si stanno preparando. Tra loro ci sono avvocatesse, ingegneri, insegnanti, medici, sindacaliste.
«L’ordine delle vergini stabilisce la donna che vive nel mondo (o la monaca) nella preghiera, nella penitenza, nel servizio dei fratelli e nel lavoro apostolico, secondo lo stato e i rispettivi carismi offerti ad ognuna» (n. 924)
«A queste forme di vita consacrata è assimilato l’ordine delle vergini le quali, emettendo il santo proposito di seguire Cristo più da vicino, dal Vescovo diocesano sono consacrate a Dio secondo il rito liturgico approvato e, unite in mistiche nozze a Cristo Figlio di Dio, si dedicano al servizio della Chiesa. Le vergini possono riunirsi in associazioni per osservare più fedelmente il loro proposito e aiutarsi reciprocamente nello svolgere quel servizio alla Chiesa che è confacente al loro stato». (Dal Canone 604)