Opinioni & Commenti
«Don» Vincenzo Savio, il vescovo che non ha perso il sorriso
Don Vincenzo mi parlò di Margherita e del suo modo di affrontare la malattia all’Assemblea dei vescovi ad Assisi, nell’autunno scorso. Mi disse: «Voglio continuare a sorridere, a essere me stesso. La malattia non deve cambiarmi. E non hai idea di quanti episodi comici mi stanno capitando». Comici? «Sì, comici. Tutta questa gente che mi dà consigli, anche i più assurdi, ma sempre per affetto. E quelli che mi portano da mangiare: mai avuti in casa tanti conigli tenerissimi, uova freschissime, e poi fiori, e regali. Che ridere». Che ridere? «Che ridere. Perdo più di trenta chili, ma non tutti evidentemente sanno della malattia. Incontro a Roma una tua collega». Niente nomi, però è una della tv, assai nota. «Mi dice: però, che linea! Come ha fatto? Eh, le donne e le loro diete. Chissà quale segreto avevo, si sarà chiesta. Che cosa dovevo risponderle? Fare la faccia triste, addolorata? No, mi è venuto spontaneo scherzare. Ho un sistema infallibile, le rispondo, ma non glielo consiglio. Si chiama tumorina».
Sorrideva e parlava, don Vincenzo. E intanto stava arrivando dove voleva arrivare: «Mi piacerebbe raccogliere tutti questi episodi in un piccolo libro. Me lo scrivi tu?». Un libro, piccolo finché volete, in cui un ammalato di cancro racconta come si fa a sorridere Ci salutammo con il proposito di risentirci. Confesso che l’idea mi spaventava. Anzi mi terrorizzava. Poi, dopo Natale, la notizia che le cose a Belluno si mettevano male. Mi ricordai del suo desiderio. Montai in macchina e partii. Passammo insieme quattro giorni, lui a letto, o seduto, a parlare. Io a registrare e prendere appunti. A incontrare preti, medici, amici. A raccogliere documenti, come la preghiera scritta per Margherita, la bambina che «mi ha letto nel più profondo di tutti». Don Vincenzo è riuscito a leggere solo il primo capitolo del libro. Ma già da adesso posso dire a Margherita: sii contenta, il tuo vescovo non ha mai perso il suo sorriso, mai. E molto è stato per merito tuo.