Arezzo - Cortona - Sansepolcro

Don Nevio Massi: perdono il giovane della processione.

Io l’ho già perdonato. Il Signore benedice e perdona. E io sto in questa traiettoria: bisogna operare per l’armonia, non per la divisione. Guai a generalizzare e demonizzare». Parole di perdono da parte del parroco di Pieve Santo Stefano, don Nevio Massi, nei confronti del marocchino di venticinque anni agli arresti domiciliari per aver disturbato la processione del Venerdì Santo nella cittadina della Valtiberina ed essersi lasciato andare alla violenza. «Voglio andare a trovarlo, soffro per lui. Conosco i suoi genitori, sono persone per bene, credetemi – aggiunge il sacerdote –. E conosco la comunità islamica: sono stato alla loro moschea e ci tornerò».«No croce, no Gesù» sono state le parole urlate dal giovane assieme a altre frasi in arabo mentre irrompeva nella processione. Quando le forze dell’ordine hanno tentato di farlo desistere, la sua reazione è stata violenta. Il marocchino si scagliato contro un carabiniere colpendolo al volto e la colluttazione ha coinvolto anche un pensionato di sessant’anni. L’anziano ha riportato alcune lesioni per una prognosi di tre giorni mentre il maresciallo Pisani ha avuto una prognosi di sette giorni.Dopo un tentativo di fuga il magrebino è stato arrestato e in tribunale si è difeso asserendo che il suo è stato un gesto involontario incrociando la processione mentre si recava a pregare nella moschea-garage di Pieve Santo Stefano. Durante il processo il giovane ha rivendicato la sua appartenenza religiosa. Prima che cominciasse l’udienza si è inginocchiato per pregare verso la Mecca e durante il dibattimento non ha mai smesso di recitare il Corano. Solo devozione, o vero fanatismo religioso? Pare che il 25enne – J.A. le sue iniziali – desideri diventare un imam. Di sicuro un soggetto problematico, come ha ammesso lo stesso imam della comunità islamica locale. Sul suo conto sono emersi anche piccoli precedenti. Il giudice ha confermato il fermo. I capi di imputazione sono quelli di turbamento di cerimonia religiosa, lesioni personali e resistenza a pubblico ufficiale.Nei giorni scorsi, però, il giovane sottoposto al regime degli arresti domiciliari era evaso. Doveva presentarsi in udienza, ma aveva fatto perdere le sue tracce senza presentarsi alla sede distaccata del tribunale di Arezzo a Sansepolcro. Irreperibile per diverse ore, è stato poi rintracciato e fermato nella tarda serata dai carabinieri di Pieve Santo Stefano. Il marocchino è stato accompagnato nel carcere di Arezzo. di Elena Girolimoni