L’attualità dell’insegnamento di don Lorenzo Milani e la sua attenzione verso i valori costituzionali, insegnati con passione ai ragazzi di Barbiana, sono stati al centro ieri di un convegno dedicato all’autore di ‘Lettera a una professoressa’ a quarant’anni dalla morte, avvenuta il 26 giugno 1967. Al convegno, organizzato dalla Provincia di Firenze e dalla Fondazione don Lorenzo Milani, ha partecipato anche il ministro per le riforme Vannino Chiti, che ha ricordato il parroco come “un riferimento per tutti i cittadini italiani e per la democrazia italiana, per il centrosinistra come per il centrodestra”. Chiti non ha conosciuto personalmente don Milani ma “‘Lettera a una professoressa – ha detto – è uno dei libri che più mi hanno formato”. “Don Milani – ha aggiunto – è stato un grande laico e un grande sacerdote: dobbiamo continuare a fare della laicità l’asse portante della vita democratica, così come è scritto nella nostra Costituzione”. “Don Lorenzo – ha affermato il presidente della Provincia, Matteo Renzi – non è un personaggio del passato o del presente, ma più probabilmente del futuro, perché ha da dire e da dare al dibattito culturale civile ed ecclesiale”. “Tante volte – ha sottolineato – abbiamo come dei santini di riferimento, collocati nella dimensione del ricordo, quindi della nostalgia. Invece don Milani va nella direzione della speranza e la sua profezia non appartiene solo alla Chiesa”. Al convegno ha portato il suo ricordo personale di don Milani Michele Gesualdi, uno dei suoi allievi e presidente della Fondazione che porta il suo nome. “E’ stato un uomo – ha detto Gesualdi – che ha intuito i cambiamenti futuri e operato per accelerarli con la scuola e con l’esempio”. “La Costituzione – ha spiegato – era materia d’insegnamento costante a Barbiana: forse non è azzardato dire che molte sue riflessioni indicano non solo quanto rimasto inapplicato dei valori costituzionali ma anche i punti da rafforzare in caso di revisione della Carta”. Il convegno, al quale hanno partecipato Giulio Conticelli, vicepresidente della Fondazione Giorgio La Pira, Paolo Bussagli, direttore del Coro drammatico Renato Condoleo, e Beniamino Deidda, procuratore generale di Trieste, è il primo di una serie di iniziative che culmineranno a giugno, nell’anniversario della morte, con una Messa a Barbiana presieduta dal cardinale di Firenze Ennio Antonelli. (ANSA). Il priore di Barbiana, un prete «esagerato»