Arezzo - Cortona - Sansepolcro

Don Gianluca viene ordinato sacerdote.

Sarà festa grande nella diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro venerdì 29 giugno per l’ordinazione sacerdotale di Gianluca Pellini. Nel giorno in cui si celebra la solennità dei Santi Pietro e Paolo, la nostra Chiesa locale vivrà un intenso momento di fede. La celebrazione che sarà presieduta dal Vescovo, monsignor Gualtiero Bassetti, si svolgerà alle 19 nella cattedrale di Arezzo. Don Gianluca che ha 33 anni ed è originario della provincia di Brescia celebrerà la sua prima Messa domenica 1 luglio a Levane alle 10.30. Alla vigilia dell’ordinazione Toscana Oggi pubblica una lettera aperta scritta da don Stefano Braconi.

Carissimo Gianluca,quando una donna concepisce un figlio, subito si fa strada in lei una felicità nuova. Pensa al giorno in cui quel figlio verrà alla luce, che volto avrà, quale sarà il suo nome. Poi il bambino nasce e quella che prima era una gioia più nascosta e personale diventa di tutti e tutti si rallegrano con lei, come accadde a Santa Elisabetta. Similmente accade per un sacerdote: quella che finora era per lo più una gioia e un’attesa tua, una vocazione che cresceva in te, con l’ordinazione diventa di tutti, di tutto un popolo che insieme a te gioisce.Sai, mi sono spesso chiesto: ma chi è il prete? Viviamo un tempo malato, dove spesso tutto appare indispensabile, fuorché il necessario. Probabilmente non è un tempo facile per fare il prete: «Verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, per il prurito di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie, rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole» (2 Tm 4,3-4). Ebbene, proprio in questo mondo, come prete, diventi segno dell’amore di Dio e del suo progetto di pace, annunciatore della Verità che salva, uomo di speranza. Molti, presi dalla disperazione, arrivano a dire: «Ho fallito nella mia vita». Tu questo non lo potrai dire mai, perché sei sacerdote. Adempi il tuo ministero, servi il Signore, sii felice, e non voltarti indietro mai.Tu sei una benedizione, come l’olio che scende sulla barba di Aronne il giorno della sua consacrazione; come la rugiada che bagna le cime innevate dell’Ermon rispetto alle aride terre di Gerusalemme (cfr. Sal 133), così sarai tu per le anime assetate di Dio. Non venderti mai a nessuno: non sei importante per quello che farai o per la gente che verrà in chiesa, ma per quello che sei. Ricordo una bella frase nel Levitico: il Signore dice a Mosè e ai sacerdoti che «il fuoco dev’esser sempre tenuto acceso sull’altare, senza lasciarlo spegnere» (Lv 6,6): il tuo fuoco sia la tua preghiera e la celebrazione della Santa Messa.Ti lascio con una bella immagine di Simon Weil che ho trovato per caso: «Dio e l’umanità sono come due amanti che hanno sbagliato il luogo dell’appuntamento. Tutti e due arrivano in anticipo sull’ora fissata, ma in due luoghi diversi. E aspettano, aspettano, aspettano. Uno è in piedi, inchiodato sul posto per l’eternità dei tempi. L’altra è distratta e impaziente. Guai a lei se si stanca e se ne va!». Caro Gianluca, il Signore vuol servirsi anche di te per realizzare questo incontro. Come essere umano, certo, è necessario che il prete non sia distratto e impaziente. Come ministro di Dio deve saper aspettare, come inchiodato.Il Signore ti benedica.Con amicizia.don Stefano