Quando, poco prima delle nove di venerdì sera, solennità dei Santi Pietro e Paolo, le navate del duomo di Arezzo si riempiono di un lungo applauso, l’emozione lascia il posto al sorriso sul volto di don Gianluca Pellini. Lui, il neo sacerdote della diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, è dietro l’altare, rivolti verso monsignor Gualtiero Bassetti. La tunica bianca è stata ormai sostituita dalla stola e dalla casula rossa; durante la liturgia eucaristica ha steso per la prima volta la mano destra sopra il calice e la pisside; per dieci minuti ha distribuito la comunione nella Cattedrale. E soprattutto ha detto il suo «eccomi» definitivo al Signore.Trentatre anni, originario del Bresciano, don Gianluca è il secondo presbitero che il Vescovo ordina dall’inizio dell’anno. «Viviamo in una stagione difficile – spiega monsignor Bassetti durante l’omelia – Ecco perché questo è il tempo dell’annuncio». Lo dice a chiare lettere al nuovo prete. «Gianluca, proclama la Parola di Dio agli umili, ai piccoli, agli emarginati, alle famiglie, ai giovani». Poi l’invito: «Guarda sempre a Cristo e non lasciare mai cadere nel vuoto le sue parole».Il Vescovo sceglie di dedicare un passaggio dell’omelia al sacramento della riconciliazione. «La confessione è in crisi – afferma – ma oggi c’è più che mai bisogno di essere toccati dall’abbraccio del Padre» Soprattutto i giovani che, sostiene monsignor Bassetti, «hanno sete della misericordia di Dio». Quindi l’esortazione. «I sacerdoti siano assidui ad accogliere i penitenti e non esitino ad andare incontro agli altri invece di aspettarli sulla porta». Poi il cuore della liturgia dell’ordinazione cominciata con le parole del rettore del seminario, don Zeno Bellamoli. Quando vengono intonate le litanie del Santi, don Gianluca si stende a terra. Quindi l’imposizione delle mani del Vescovo e di tutti i sacerdoti, la preghiera dell’ordinazione, la vestizione, l’unzione crismale e l’abbraccio di pace. Prima delle benedizione finale l’annuncio di monsignor Bassetti: «Don Gianluca resterà nella parrocchia di Levane dove ha trascorso i mesi dei diaconato». E i giovani del Valdarno cominciano l’applauso.