Stati Uniti e Iraq facciano un “gemellaggio, così cadranno le armi”: è la proposta controcorrente di don Oreste Benzi, intervenuto questa mattina alla presentazione del messaggio del Papa per la Quaresima. Gemellaggio, ha spiegato don Benzi, significa “riconoscere a tutti la dignità di persone”, offrire mezzi e conoscenze affinché “tutti partecipino del nostro sapere”, “lavorare insieme per attuare i diritti e mettere i diritti sullo stesso piano dei doveri”. Se i paesi ricchi si gemellassero con i paesi poveri verrebbero meno i conflitti, “solo che queste vie della pace non si vogliono percorrere”, ha osservato il sacerdote. “Anche l’Italia ha suggerito potrebbe scegliere due o tre paesi africani più poveri e gemellarsi con loro, non per inglobarli ma per aiutarli”.Il fondatore dell’associazione “Papa Giovanni XXIII” ha poi espresso una valutazione sul “libro bianco” sullo Stato sociale, presentato ieri dal ministro Maroni: “E’ un ottima idea centrare il welfare sulla famiglia ma non è sufficiente” se non seguono “azioni concrete”. Bisogna cercare, ha suggerito don Benzi, di misurarsi con “le carenze più profonde” e offrire delle risposte: ad esempio, “far sì che i bambini fino ai 18/20 mesi possano rimanere con le mamme”. Anche nella lotta all’immigrazione clandestina, Benzi ha invitato ad andare alle “radici del problema” perché non serve, ha osservato, “perseguire i clandestini mentre migliaia di schiave immigrate sono in esposizione’ nelle strade e nei night club”. Sir