Festa doppia alla parrocchia di San Marco. Prima gli scout dell’Arezzo 7 hanno concluso le celebrazioni per il loro ventesimo compleanno, poi è stata la volta del parroco don Amilcare Cipriani, che ha festeggiato i 50 anni di sacerdozio. La festa non poteva che iniziare con una celebrazione eucaristica: don Amilcare naturalmente era dietro l’altare, accompagnato da tanti amici. Hanno concelebrato una decina di confratelli, oltre al vice parroco attuale don Luca Lazzari e sacerdoti provenienti da Saione, San Donato, Sant’Agostino e da altre parrocchie, tutti più o meno direttamente legati a San Marco: alcuni sono stati vice parroci in passato, altri erano presenti per amicizia con l’anziano sacerdote.La festa è proseguita con il pranzo al quale hanno preso parte circa duecento persone, tra cui un invitato speciale, il Vescovo, monsignor Gualtiero Bassetti. I gruppi parrocchiali hanno messo tutto il loro impegno per la riuscita dell’evento, dividendosi in modo certosino i compiti: il Comitato Genitori Scout ha preparato delle ottime portate, il Gruppo Donne ha realizzato i dessert e i ragazzi della Comunità Capi Scout ha prestato servizio ai tavoli. Neanche il tempo di digerire, che i presenti hanno potuto godere del concerto di musica sacra, offerto dal coro di Pratovecchio e coordinato dall’ex parrocchiana Gaia Mattesini, che ha voluto portare il suo omaggio a don Amilcare.Una festa semplice, ma curata nei dettagli e completata da una splendida mostra fotografica che racconta con le immagini di una vita la storia di questo parroco venuto da Lierna, quattro case nei dintorni di Poppi, dove don Amilcare ha celebrato la sua Messa novella. Era il 29 giugno 1956 e forse non immaginava che avrebbe guidato le comunità di Lierna a Soci (1956-58), di Montecchio (dove ha insegnato alla scuola media) e poi di San Marco alla Sella. Ad Arezzo arrivò nel 1974. «Qui ho trascorso più della metà del mio sacerdozio – dice orgoglioso – ho visto nascere tante attività pastorali come gli Scout, l’Azione Cattolica, il Gruppo Donne; da qui sono partito per la Terra Santa, per Lourdes, per Fatima e quando c’è stato bisogno non ho esitato a completare la chiesa». C’è anche la sezione «Lavori e cantieri» nella mostra, in cui si vede la costruzione della cappella feriale e delle sedi per i gruppi giovanili. Opere create con la calce e il cemento, ma il mattone più importante l’ha messo proprio don Amilcare che con la sua costante presenza è divenuto ormai un punto di riferimento per tante persone.Luca Salvadori