Grosseto
Domenica a Grosseto giornata per il seminario
È una consuetudine di decenni, ormai, che la terza domenica di quaresima sia dedicata, in Diocesi, a celebrare la Giornata per il Seminario.
Occasione prima di tutto per rivolgere un pensiero ai giovani in cammino e per pregare «ringraziando Dio del dono delle vocazioni e chiedendogli di darci nuovi sì di giovani pronti a dedicare la loro vita come presbiteri per questa Chiesa», dice il rettore del Seminario vescovile «Gian Domenico Mensini» don Gian Paolo Marchetti. Che invita a riflettere anche sull’aiuto che, anche in termini economici, può essere dato a questo luogo così importante per la vita di una Chiesa locale. «Ogni persona che si sente parte del Seminario può dare il suo contributo per il sostegno della nostra realtà. Il Seminario, infatti, si accolla il di più necessario per ogni seminarista per il pagamento degli studi e della retta che ciascun seminarista deve versare al Seminario di Firenze dove i nostri giovani vivono dalla domenica sera al venerdì per frequentare la Facoltà teologica dell’Italia centrale».
Tutte le offerte raccolte, dunque, questa domenica nelle Parrocchie saranno destinate a questo scopo.
Il Seminario di Grosseto continua ad essere una realtà viva e feconda.
«Attualmente – dice il rettore – la comunità è composta da tre seminaristi e da un diacono e da alcuni giovani che stanno vivendo l’anno propedeutico, un tempo cioè di discernimento al termine del quale insieme verifichiamo se ci sono i presupposti per l’accesso vero e proprio al Seminario». La vita giornaliera nella struttura di via Ferrucci segue ritmi definiti: il seminarista al VI anno, i ragazzi del propedeutico e il diacono hanno giornate scandite da momenti di preghiera e poi dalle occupazioni previste per ciascuno; il venerdì, poi, sono raggiunti dai due seminaristi che rientrano da Firenze. «Quest’anno il venerdì è giornata particolarmente importante – dice don Marchetti – perchè con l’affidamento, da parte del Vescovo, alla comunità del Seminario della cura pastorale della parrocchia di Buriano, ci rechiamo tutti lì e i seminaristi se la giocano personalmente, coinvolgendosi in specifiche attività pastorali che danno loro modo di testarsi sul campo. È un’esperienza davvero positiva sia per la gente di Buriano che per i ragazzi; un’esperienza che, per ragioni oggettive, è controbilanciata da un allentamento della presenza dei seminaristi nelle parrocchie a cui sono ogni anno assegnate. Anche il diacono – continua don Gian Paolo – è parte integrante della comunità del Seminario: seppure sia già più inserito nella vita pastorale della Diocesi, segue le attività del Seminario e diventa per i ragazzi una testimonianza preziosa».
Tutta questa grazia di Dio ha bisogno di essere sostenuta e incoraggiata da tutta la Diocesi, per il futuro stesso della nostra comunità ecclesiale.