Come avviene ciclicamente, torna la proposta di ridurre il tempo della pausa di riflessione tra separazione e divorzio, che si vorrebbe portare ad un anno o addirittura a sei mesi. «Nella sostanza si vuole un divorzio cash and carry trasformando sempre più la separazione legale a semplice e scomoda anticamera dello scioglimento del vincolo» commenta Francesco Belletti, presidente del Forum delle associazioni familiari. «Ribadiamo il nostro no a scelte di questo genere. Nel massimo della comprensione per la sofferenza che accompagna la rottura di un progetto di vita, crediamo che il valore sociale è la stabilità matrimoniale che inevitabilmente va in rotta di collisione con un concetto liquido del matrimonio e delle responsabilità assunte nei confronti della società. La privatizzazione delle relazioni familiari è il vero rischio che sta correndo la nostra società: è evidente che le scelte personali sono e restano tali, ma è altrettanto evidente, oltre che costituzionale, che esse hanno implicazioni di primaria importanza per la società.«Chiediamo quindi che il Parlamento non tenti di introdurre percorsi di “facilitazione” alla rottura dei legami» conclude Belletti «ma costruisca finalmente una rete di servizi di protezione e prevenzione che abbia come obbiettivo l’aiuto alle coppie in difficoltà a proseguire il loro cammino di famiglia».Sir